Babysitting (Francia 2014) Regia: Nicolas Benamou, Philippe Lacheau Sceneggiatura: Julien Arruti, Tarek Boudali, Philippe Lacheau, Pierre Lacheau Cast: Philippe Lacheau, Alice David, Vincent Desagnat, Tarek Boudali, Julien Arruti, Grégoire Ludig Genere:
Iniziamo questo post con una manciata di stereotipi razzisti e generazionali stupidi: gli americani sono dei gran copioni. Non quanto i cinesi, ma pure loro non scherzano. Se una volta, e con una volta intendo proprio una volta tanto tempo fa, Hollywood era una fucina di nuovi talenti e nuove idee, negli ultimi anni si punta invece tutto su remake, spinoff, sequel, prequel, reboot, postprereboot, adattamenti, trasposizioni e qualunque altro sinonimo di “mancanza di originalità”. Nel mondo del cinema, così come delle serie tv, le produzioni americane recenti si ispirano sempre di più a prodotti internazionali, europei in particolare.
Per una volta, le cose vanno però al contrario. Adesso sono i francesi a scimmiottare gli americani. Babysitting non è l’adattamento sotto la Tour Eiffel di un qualche film a stelle e strisce, bensì una specie di collage di varie pellicole USA. Un omaggio al cinema americano, o solo uno scopiazzamento selvaggio? Ai posteri l’ardua sentenza, sebbene non credo che ai posteri interesserà interrogarsi a lungo su un film come Babysitting. Detto questo, la visione della pellicola scivola con grande piacevolezza. I suoi brevi 80 minuti di durata passano in un baleno. Allo stesso tempo è anche uno di quei film che il giorno dopo averli visti sono già spariti del tutto dalla memoria. Una commedia ambientata tutta in una notte, il cui ricordo svanisce la mattina di hangover seguente. E a proposito di tutti in una notte e di hangover…
Il primo e più evidente omaggio/punto di riferimento/scopiazzamento di Babysitting è Una notte da leoni. Così come in quel film, anche qui si ripercorre a ritroso i fatti avvenuti nel corso di un’unica folle serata, in cui è successo di tutto e di più. Solo che, rispetto all’estrema, sboccata e molto esplicita pellicola americana (parlo del primo, non degli evitabili sequel), qui le cose filano più lisce. Sono più politically correct. E dai francesi una cosa del genere proprio non me l’aspettavo, no no no.
A questo punto, per raccontare a ritroso gli eventi capitati a Franck, un fumettista che si improvvisa babysitter per fare un favore al suo capo, Babysitting ricorre allo stratagemma del found footage, del mockumentary con cui gli amici del protagonista hanno documentato quanto successo nel corso della notte. I filmati amatoriali vengono trovati il giorno seguente dalla polizia, quando il babysitter e il bambino figlio del capo sono misteriosamente scomparsi. Il loro stile, più che a horror come The Blair Witch Project o a Paranormal Activity, è vicino a quello della teen anar-comedy Project X, con tanto di festa di compleanno annessa. Qui arriviamo al secondo punto di riferimento principale per questa pellicola. Babysitting è insomma il risultato della somma Una notte da leoni + Project X, il tutto condito in salsa francese, con una spruzzata di Hook - Capitan Uncino nel rapporto genitoriale, visto che il padre non va mai ad assistere alle partite del figlio.
Oltre al fatto che gli attori sono tutti parecchio anonimi - persino la figa (rasata, dato che siamo in Francia) di turno Alice David per quanto carina non buca lo schermo - il problema è che di francese in tutto questo c’è ben poco. Cosa che per gli anti-francesi sarà un pregio. Il gusto radical-chic e il tocco raffinnato di commedie tipicamente transalpine come Gemma Bovery, La famiglia Bélier, Quando meno te lo aspetti, Tutti pazzi per rose o La reine des pommes di Valérie Donzelli è qui assente e sembra di assistere in tutto e per tutto a una pellicola americana. Non c’è una vera rielaborazione/traduzione come in Smetto quando voglio. Questa è la dimostrazione di come gli italiani, pur partendo da evidenti fonti di ispirazione ammeregane, hanno saputo adattarle a un contesto fortemente nostrano e i francesi invece non ce l’hanno fatta. O almeno non con Babysitting. Dopo il Mondiale 2006, l'Italia torna a battere la Francia. Anche perché questo Babysitting offre sì 80 minuti di risate e leggerezza assicurati, però nella parte finale scivola in un buonismo stucchevole. Tutto troppo poco francese e tutto troppo tanto americano, mon dieu! (voto 6-/10)