Difendere la persona e le gesta di Mario Balotelli diventano imprese sempre più improbe.
Dal suo folgorante debutto in maglia interista infatti, il giovane attaccante di colore, sembra che faccia di tutto per godere di cattiva fama e disperdere il suo immenso talento.
Destinato a essere per anni la bandiera del nuovo corso nerazzurro e quella del Rinascimento della nazionale italiana, sempre più scevra di talenti, il ghanese di Brescia si avvia ogni volta di più a disperdere le tracce del suo enorme potenziale con i suoi comportamenti inspiegabili.
Dalle liti con Mourinho a quelle coi compagni, Materazzi in testa, alle sfide lanciate con disprezzo ai propri tifosi, con la maglia del Milan indossata in televisione e quella dell’Inter lanciata per terra per sfogare la sua frustrazione del suo scarso utilizzo e dei fischi ricevuti. Quella sera l’Inter battè il grande Barcellona di Guardiola e Messi, ma Balotelli, pur giocando poco e male, riuscì comunque a guadagnarsi la scena. Non in campo, però.
Il suo avvento al Manchester City del suo primo mentore Mancini è stato finora un sonoro fallimento. Debutto con gol e infortunio a Timisoara, ricadute, operazioni, rientro, espulsioni, liti, nuovo infortunio e nuova espulsione. Pare che il buon Mario non riesca a darsi pace e la dia vinta all’immaturità della sua pur giovanissima età, che si manifesta anche coi suoi comportamenti poco edificanti con le donne.
L’ultima bravata che l’ha portato alle cronache è davvero sconcertante: affacciato dal suo appartamento di Manchester, che dà sul campetto dove si allenano i ragazzi del City, avrebbe scagliato delle freccette contro i giovani calciatori. Scoperto, si giustifica dicendo che l’ha fatto per “noia”.
Il C.t. della nazionale Prandelli, gli sta quasi per concedergli il benservito, chiudendogli la porte dell’azzurro a soli vent’anni.
Eppure in tutto ciò mi pare che a Balotelli manca qualcosa (oltre a qualche buon chilo di materia grigia e maturità).
Nessuno mai prende le sue difese, pare che non ci siano giustificazioni, che va sempre peggio, che non migliora mai.
La mia sensazione è che sì, il giovane sia piuttosto in debito con la ragione, ma che qualunque cosa faccia goda di un’amplificazione esagerata rispetto alla realtà dei fatti e che, a volte, sembra quasi essere una vittima della stampa oltre che di se stesso.
L’episodio della partita col Barcellona in tal senso è emblematico: perché mai i tifosi interisti lo hanno sonoramente insultato e fischiato in quel modo al termine di una partita vinta trionfalmente? La sua reazione, agli occhi dei suoi sostenitori, è stata inconcepibile, ma allo stesso modo lo è stata quella contestazione personalizzata che l’ha indotto a compiere quel gesto dissacratorio.
Tornando poi a questa storia delle freccette, che gli ha fatto meritare la prima pagina della Gazzetta dello Sport, viene fuori un particolare inquietante.
Le prime tre pagine sono dedicate a questo misfatto, con le dichiarazioni di Prandelli che stigmatizzano i suoi comportamenti e gli lanciano un ultimatum, il riassunto di tutte le sue malefatte, le reazioni degli inglesi che non vedono l’ora di liberarsi di lui.
E in questo contesto, a pagina 3, un piccolo trafiletto, siglato da Giancarlo Galavotti, il corrispondente inglese.
Qui viene fuori che nella società del City ci sarebbe una talpa che avrebbe fatto trapelare l’accaduto, rivelato al giornale The People (uno dei soliti tabloid spazzatura) che poi ha pompato a proprio piacimento la notizia.
Il fatto risalirebbe poi ad almeno due settimane fa e la freccetta lanciata è stata una sola, e non ha colpito nessuno.
Una freccetta vecchia di quindici giorni e lanciata a vuoto che però è stata sufficiente a far sbattere il mostro Balotelli ancora una volta in prima pagina.
Tanto i trafiletti non li legge nessuno.