Magazine Società

Sbloccati gli aiuti a Sisi, il partner perfetto

Creato il 10 aprile 2015 da Danemblog @danemblog
(Ammetto di arrivare in ritardo). Quasi dieci giorni fa, Obama ha sbloccato gli aiuti all'Egitto (il Congresso lo aveva già fatto in precedenza). I rubinetti erano stati chiusi nel 2013, quando ancora non si era deciso se il generale/presidente Sisi potesse essere uno affidabile o meno ─ a quei tempi, ci fu anche parecchia polemica sull'uso lessicale della definizione "colpo di stato" per la presa di potere di Sisi: di fatto quello era, ma l'Amministrazione non lo ha mai definito in tal modo, per non avere guai legali, connessi proprio a quegli aiuti (in questo post di due anni fa, aveva provato a spiegare il perché).
Nel frattempo, Sisi, da generale/presidente si è trasformato in presidente/generale, e ha acquisito man mano un ruolo di primo piano nella Comunità internazionale ─ "Sisi risolve problemi".
L'America adesso si fida di lui. Anzi, in una logica da Guerra Fredda, riapre i rubinetti degli aiuti per cercare di tenere lontano l'Egitto dall'influenza russa. Una legittimazione politica non da poco per Sisi, figlia di una strategia che il presidente egiziano ha studiato a fondo. Le foto e le riverenze durante la visita di Putin, erano un messaggio chiaro agli Stati Uniti: "se voi non mi volete, io ho già con chi andare".
D'altronde Obama ha bisogno di Sisi, e ne ha più bisogno di quanto non ne abbia l'egiziano dell'America (alla sua porta non bussa solo la Russia, ma pure la Cina, e i partner arabi sono pronti a spendere soldi in Egitto). Perché se contenimento e disimpegno sono il lessico della politica estera di Obama, alla fine qualcuno che si impegni a contenere, deve pur esserci: e Sisi, è uno che si impegna. E davanti a sistemi più grossi, il fatto che il presidente egiziano non sia certo un liberale, passa in secondo piano.
Sisi è il partner perfetto per la realpolitik obamiana: vero c'è una sorta di "mediorentalizzazione" che somiglia alla "vietnamizzazione" di Nixon, ma nella linea della Casa Bianca anche questa passa in secondo piano.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazine