"Eh, insomma. E' un periodo un po' così..."
"Dai, usciamo. Ti porto a bere qualcosa."
Vedete, io ho degli amici del genere. Io sono triste, non so cosa fare della mia vita e nemmeno delle mie relazioni sentimentali che vanno a rotoli ogni due per tre. Allora i miei amici cosa fanno? Dato che io sono sconsolata e single e passo giornate a mugolare sulla mia vita, loro fanno quelli che mi portano a bere.
Non mi comprano scarpe, non mi regalano giornate in SPA extra lusso dove poter ritrovare la mia personalità. Loro mi portano a bere.
E sarà forse per questo motivo che da qualche tempo a questa parte, i miei venerdí sono accompagnati da mal di testa tipici da abuso di alcool.
Ma ai postumi, si sa, corrispondono sbronze di proporzioni epiche, spesso accompagnate da diversi tipi di comportamenti e usi e costumi sbronzitudinali.
E allora, dall'alto della mia esperienza decennale nel mondo dell'alcool, delle ubriacature e dei postumi, mi chiedo: quali tipi di sbronze esistono?
La prima che mi viene in mente è la sbronza molesta.
La sbronza molesta è quella che vi porta ad annoiare tutti. Dal barista all'amico, dallo sconosciuto a vostra madre quando tornate a casa, che non riuscite a centrare il buco della serratura.
Quando la sbronza molesta vi colpisce, anche l'indecisione vi colpisce, e insieme all'indecisione ecco che diventate noiosi. "Voglio da bere, no, anzi, voglio un panino, no, anzi, sono stufo, voglio andare. Voglio andare. Andiamo?" Tutti quelli che incontrerete nei giorni successivi, vi ricorderanno con insistenza di quanto avete rotto i maroni quella sera della vostra sbronza molesta.
Quando siete tristi, bere non è mai la soluzione ai vostri problemi. Ma voglio dire, beveste Chinotto, cambierebbe qualcosa? No, e allora, beviamo.
Ma quando la sbronza si trasforma in lacrime, tragedie greche sulla vita, lunghe digressioni sulle possibilità che vi siete fatti sfuggire in tutta la vostra esistenza, messaggi tragicomici ad ex che ormai non vi considerano nemmeno lontanamente, ALLORA siete andati a sbattere violentemente contro la sbronza triste.
E l'unico rimedio è gettare il cellulare e morire nel letto prima di limonare qualche orrendo sconosciuto.
La sbronza della veritàè insidiosa, si fa strada tra uno shot e l'altro, tra un bicchiere di vino e l'altro, e tac, vi colpisce a sorpresa.
E allora eccovi intenti a raccontare a sconosciuti di quella volta che avete vomitato in autobus alla gita delle medie; di quell'altra volta che siete state cornificate per mesi interi e non lo sapevate e la vita è stronza e "vuoi leggere i suoi messaggi, quel porco bastardo"; dell'altra volta ancora che vi siete scoperti allergici al lattice previa dolorosa esperienza intima.
Evitate la sbronza della verità soprattutto alle feste di lavoro. Sono cazzi amari. Ve lo dico io.
Che ho dato una pacca sul culo al mio vecchio capo, facendogli pure l'occhiolino. E voglio dire, piú chiaro di così, si passa allo sbronza successiva.
Sbronza mo' mi ti faccio. E' la sbronza che risveglia tutti i vostri istinti nascosti, che scuote i vostri ormoni, repressi fino a quel momento, e li libera in un getto d'amore un po' perverso verso il prossimo. E' la sbronza che vi porta a limonare duro contro il bagno in discoteca, quella che quando la gente passa ti guarda come se ti si potesse staccare la lingua da un secondo all'altro.
E' quella dei balli scatenati seguiti da strusciamenti vietati ai minori. E' quella che poi il giorno dopo vi alzate e dite: "Oh mio Dio. Che cos'ho fatto ieri sera." E ricevete un messaggino da uno sconosciuto che dice: "Ciao, ieri seraè stato bellissimo", a cui voi risponderete con un "BELLISSIMO COSA?"
Ultima, ma non per questo meno pericolosa, è la sbronza stupida.
La sbronza stupida è quella che vi fa continuamente ridere. Ridere per tutto: il tizio che inciampa davanti a voi, la tizia che sbaglia il congiuntivo. C'è, che ne so, il vento, e voi ridete. Qualsiasi cosa e voi ridete. Il che non è male. A meno che il vostro interlocutore non vi stia parlando della remota possibilità che la sua ragazza gli stia piantando un paio di corna grandi come il Big Ben, del fatto che lui sia molto preoccupato, della sua incredibile paura di perderla e voi, tenere/i, carine/i e soprattutto sbronze/i come dei tacchini ripieni, gli riderete in faccia e direte: "Ahhaha. Allora sei cornuto, te lo dico per esperienza." E con la manina disegnerete un gran paio di corna sulla sua testa, ridendo come delle iene.
Detto questo, non c'è dubbio che ognuno di noi abbia la sua sbronza preferita, che va al di là di quelle da me descritte.
Per esempio, ultimamente io e quella veritiera andiamo molto d'accordo.
Cosí d'accordo che il primo giorno del mio nuovo lavoro, al pub, con i nuovi colleghi ed il mio capo, dopo un numero imprecisato di pinte, ho raccontato a tutti la storia della mia vita sentimentale.
E il mio capo mi ha guardato e mi ha detto, preoccupato: "Se vuoi puoi ricominciare lunedí. Quando ti senti."
E io, sotto effetto della sbronza veritiera ho risposto: "No, no, al lavoro ci vengo. Ma me la offri un'altra pinta?"
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