Magazine Società

Scadenzario della crisi

Creato il 01 novembre 2011 da Fabio1983
Finalmente anche sull’autorevole Corriere della Sera ci si comincia a domandare se la crisi che si è abbattuta sull’Europa non sia in fondo figlia degli egoismi dei singoli Paesi incapaci di creare un’unione economia e politica degna di questo nome, arrivando perciò a confutare come le decisioni volte a fronteggiarla non passino per Bruxelles, bensì per l’asse Berlino-Parigi. Intanto, mentre lo spread tra il Btp decennale e il Bund tedesco raggiunge livelli record, il governo non ha altro di meglio da dire che la colpa è di quegli irresponsabili della Grecia che hanno deciso di sottoporre il secondo piano di aiuti a referendum (un modo per lavarsene le mani, insomma, che però non deve essere confuso con l’eterna diatriba finanza-democrazia, altrimenti la rappresentanza che l’abbiamo inventata a fare). Peccato soltanto che stiamo arrivando fuori tempo massimo su ogni fronte e che le mosse dell’ultim’ora (ovvero la stesura dei libri dei sogni) non siano sufficienti a calmare le acque. Che lo faccia l’opposizione è plausibile (Renzi lancia cento proposte, Zingaretti si accontenta di dieci punti, i dirigenti non si è capito cosa vogliano, forse il 5 novembre ne sapremo di più), meno che sia l’esecutivo a sognare i provvedimenti da varare, magari in un’altra vita, quando c’è bisogno di accorgimenti immediati che iniettino maggiore fiducia non solo ai mercati. E siccome che invece molti esponenti di questo governo sembrano privilegiare le sagre, Paolo Madron ci va giù duro: 
Dalle gabbie previdenziali al terrorismo incombente si estende tutto un campionario di improvvida stoltezza e desolante improvvisazione. Nonchè di grottesca surrealtà: abbiamo un ministro del Tesoro che mentre la casa brucia non trova di meglio che partecipare alla Festa della zucca. E uno dello Sviluppo che inneggia alla orgogliosa quanto improbabile autarchia di un Paese che, alla faccia dell'Europa e dei mercati, può bastare a se stesso.A questo punto, ovvero a un passo dalla soglia del non ritorno, che cosa aspetti il presidente Napolitano a intervenire dio solo lo sa.E per intervenire non intendiamo il reiterato quotidiano uso di metafore per dire senza dire (come l'ultima, che parla eufemisticamente di «un'Italia esposta ai rischi di inadeguatezza»), ma la decisione di avvalersi dell'articolo 88 della Costituzione che gli attribuisce la facoltà di sciogliere il parlamento o uno solo dei suoi rami. Il presidente dovrebbe sapere che troppe allusioni alla fine diventano delusioni. 

In tutto ciò. Probabilmente è poca roba, ora come ora parlarne potrebbe valere meno di zero. Ma il Digital Advisory Group ha tracciato una road map in 12 idee fattibilissime che potrebbero rilanciare l’economia grazie a internet. L’Italia non solo ha smesso di innovare, triste peculiarità che una tantum le riesce meglio di qualsiasi altro Paese, ma ha preferito rimandare di volta in volta tutte le azioni utili per l’ampliamento della banda larga e per l’accesso alla rete. Peggio di così, solo la Salerno-Reggio Calabria.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :