Scalata al Rookie Of the Year: chi arriverà in cima?

Creato il 02 aprile 2015 da Basketcaffe @basketcaffe

La regular season NBA targata 2014-15 sta per finire. Fra non molto ci saranno bilanci, valutazioni e cambiamenti. Ma soprattutto i playoff e le premiazioni, e con esse il titolo di Rookie Of the Year. Il ROY è ancora lì, in attesa che qualcuno arrivi in cima e tagli il traguardo per primo. Vediamo allora chi è in vantaggio e chi sta guadagnando terreno.
Nella prima parte dell’attuale stagione regolare erano sostanzialmente due i favoriti al titolo di ROY: Andrew Wiggins (uscito dall’Università di Kansas, e scelto al #1 del draft dai Cavaliers, e poi subito ceduto ai Timberwolves per Kevin Love), e Jabari Parker (scelto alla seconda chiamata dai Milwaukee Bucks e proveniente da Duke University) visto che sia Joel Embiid scelto da Philadelphia al #3, sia Julius Randle (Los Angeles Lakers alla settima chiamata) sono stati costretti a restare fuori dalla corsa a causa di due gravi infortuni.

In gioco sono quindi rimasti Wiggins, attuale favorito al trofeo di ROY 2014-2015, seguito da Nerlens Noel (#6 nel draft 2013, ma al primo anno tra i pro soltanto in questa stagione visto il grave infortunio subito già al College), e dal vero outsider della scalata, il montenegrino Nikola Mirotic (selezionato nel draft 2011 alla ventitreesima chiamata), il quale ha giocato dal 2008 al 2014 al Real Madrid, prima di passare ai Chicago Bulls. Più in giù si intravedono anche gli altri: Elfrid Payton (approdato ai Magic via Philadelphia al #10 che quest’anno ha già registrato due triple doppie in gare consecutive), Jordan Clarkson (Washington al #46, poi ai Lakers), Marcus Smart (Boston al #6) e Zach LaVine (Minnesota al #13), ma nessuno ha avuto un rendimento tale da poter entrare per davvero nella corsa al premio.

Il favorito e l’outsider – Wiggins e Mirotic

Wiggins sta viaggiando a 16.2 punti (le percentuali: 43.6 da due, 32.5 da tre, 74.9 ai liberi), e 4.4 rimbalzi in 35.7 minuti di media sul campo. È uno dei pochissimi rookie di quest’anno ad aver mostrato numeri da potenziale stella, favorito da un alto minutaggio e da tantissimo pallone tra le mani, visto che Minnesota dopo la partenza di Love è stata costretta per l’ennesima volta a ricostruire; proprio per questo la sua candidatura al ROY sembra essere quella più solida, perché oltre al talento il giovanissimo dei TWolves (ha appena 19 anni) ha mostrato anche solidità mentale e personalità, riuscendo a risalire dopo un primo mese non esaltante che aveva fatto storcere il naso a qualcuno.

Mirotic, invece, registra una media di 10 punti (41.3% da due, 31.2% da tre e 80.3% ai liberi), con 5 rimbalzi, in un totale di 19.9 minuti di gioco. Numeri che sono cresciuti nella seconda parte di stagione quando l’ex Real Madrid è letteralmente esploso, diventando un punto cardine dalla panchina per coach Thibodeau che ha iniziato a utilizzarlo anche da 3 oltre che da 4 atipico. Dal 23 febbraio è entrato di prepotenza nelle rotazioni giocando un basket davvero di altissimo livello (15 volte in doppia cifra su 18 partite, 4 doppie-doppie, otto volte sopra i 20 punti segnati), ma soprattutto diventando decisivo nell’ultimo quarto dove ha le migliori stats dell’intera Lega!

La terza opzione – Nerlens Noel

Al sesto posto per stoppate realizzate nell’intera lega, e al nono in palle recuperate. Primo fra i rookie in rimbalzi e sesto in punti realizzati. Le sue medie sono: 10 punti, 8.2 rimbalzi, 1.8 recuperi e 1.9 stoppate, il tutto in 31 minuti sul parquet. Numeri alla mano, Nerlens Noel sembra l’unico rookie che possa realisticamente contendere a Wiggins il titolo di ROY, e il solo a nutrire ancora valide speranze di superarlo nella salita. Nel più recente articolo della rubrica Rookie Ladder (postato il 25 marzo su Nba.com), il giornalista Scott Howard-Cooper ha collocato proprio Noel al primo posto della classifica, mentre Wiggins è sceso al secondo.

Wiggins rimane comunque ancora davanti a tutti per quello che ha fatto vedere lungo tutta la stagione, Noel è li dietro, pronto al sorpasso cercando di sfruttare le ultime partite per mettere insieme statistiche importanti, mentre Mirotic ha dalla sua oltre ad un mese di marzo da All-Star anche il fatto di giocare in una vera contender, con giocatori più esperti di lui davanti nel suo ruolo e quindi costretto ad un minutaggio e ad un numero di palloni giocabili inferiore.
Soltanto nelle prossime settimane si vedrà chi riuscirà a completare la scalata per primo, e ad aggiudicarsi un trofeo che in passato hanno già stretto fra le mani giocatori del calibro di Micheal Jordan, Patrick Ewing, David Robinson, Shaquille O’Neal, Jason Kidd, Allen Iverson, Tim Duncan e Lebron James.

 

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