Le cabine della funivia o, come le chiamano qui, gondole
Questo poteva essere uno di quei raccontini babbei in cui si descrive quel che si è fatto in un giorno libero. Ma se qui c'è un babbeo, quello sono io. I miei racconti, mai! Lì deve entrarci l'umanità, coi suoi buoni e cattivi, il cinismo, la speranza, l'ironia, preferibilmente rivolta a me stesso. Altrimenti dopo poche righe mi annoio e butto via tutto.Sono a Kuala Lumpur da quasi un mese e non ho ancora goduto di una giornata di licenza. Nei giorni feriali insegno dalle 9:30 alle 16:30. Il sabato e la domenica dalle 9 alle 19. Credo di essere uno dei pochi individui a non vedere l'ora che arrivi il lunedì per rilassarsi un attimo.
Oggi per la prima volta sono libero e voglio fare una gitarella fuori porta. Devo scegliere tra le Batu Caves e Genting Highlands. Sono già stato in entrambi i posti una decina di anni fa. Su Genting avevo anche scritto qualcosa. Allora, vediamo: le grotte...un sacco di scalini, il caldo, le scimmie che rompono le balle. A Genting invece c'è la funivia sospesa sulla giungla e la frescura delle verdi montagne. Vado lì.Alla biglietteria, visto che non so ancora a che ora vorrei tornare, mi convincono a comprare un viaggio di sola andata "Il ritorno lo compri lì, è una formalità." Potrebbe essere un presagio dagli oscuri risvolti, ma non cominciamo a fare i paranoici.
La corriera è mezza vuota e il giro in funivia è piacevole. Ci si gode la vista della giungla dall'alto fino a quando la cabina è inghiottita da una nuvola, poco prima dell'arrivo. I malesiani, che tengono moltissimo ai record, precisano sul retro del biglietto che si tratta del sistema più lungo del S.E. asiatico (3,4 km) e di uno dei più veloci al mondo (6 m/s di velocità massima).
Per quanto mi riguarda Genting è un postaccio. Tutto Casinò, hotel di lusso, ristoranti cari, club esclusivi, membership only, platinum card e stronzate varie. Al 7/7 (un'imitazione ridicola della catena 7eleven) vendono tutto al doppio dei prezzi di KL. Dopo mezzora la magia della gita è sfumata. Inoltre c'è un tempo da lupi: 17-18 gradi (ai tropici!), pioggia, nebbia (o meglio nuvole). Io sono in maniche corte, pantaloncini e ciabatte: ogni volta che passo vicino a una porta aperta o cammino in un tunnel plastificato sono costretto a raccogliere le braccia al petto per trattenere il calore. Decido di tornare. Non è possibile farlo in corriera da qui: bisogna prendere di nuovo la Skyway. Coda rumorosa, immersione nel nuvolone, giungla che scorre placidamente sotto il culo. Con tutta questa gente ci saranno posti in corriera? All'arrivo schizzo fuori da quella che qui chiamano gondola e mi fiondo alla biglietteria.
"Un posto per KL Sentral."
"Esauriti."
"Come esauriti? E io come torno?"
Il tizio sta rovistando in un cassetto, poi alza lo sguardo, sorride in modo sinistro, gode come un coniglio al termine di un periodo di astinenza sessuale e suggerisce: "Taxi!"
Taxi? Oh, non sono né ricco né sprovveduto. Siamo a un'ora o più dalla città. Te lo do io il taxi, a costo di fare l'autostop. Poi un signore a fianco a me si inserisce: "Ci sarebbe lo Standby..."
"Standby? Di che si tratta?" Chiedo al bigliettaio. Costui è visibilmente scocciato, credeva di essersi sbarazzato di me e invece arriva questo impiccione a dare consigli. Magari è pure in combutta coi tassisti.
"Aspetti alla corsia, se all'orario della partenza la corriera non è piena compri uno di questi biglietti last-minute e sali a bordo. Le probabilità sono 50/50." Nel frattempo fa dondolare con dolci movimenti del polso il blocchetto di biglietti azzurri che regge con disinvoltura tra due dita.
50%? Considerando che i biglietti erano esauriti, mi sembra fantastico! Anche un po' misterioso tra l'altro. Ma perché dovrei trovare un posto se i biglietti sono esauriti? Forse la gente che li ha prenotati scende in ritardo, troppo impegnata a gettare il salario alle roulette. Saranno cazzi stasera quindi. Per loro e non per me, spero.
Il signore che mi ha dato la soffiata mi accompagna alle partenze e mi spiega tutto.
"Grazie, grazie davvero..." C'è sempre un santo che si aggira tra le bande di stronzi pronte a intralciare il quieto vivere nonché gli spostamenti dei visitatori stranieri.
Ho capito come funziona: devo aspettare che si imbarchino tutti, poi chiedere se è rimasto qualche posto libero. Possibilmente adottando l'aria del bonaccione sprovveduto, che se lo aiuti poi Gesù, Allah, Vishnu, Buddha o anche Karl Marx te ne sarà riconoscente. Faccio rapporto al bigliettaio il quale all'inizio recalcitra un po' ma davanti alla mia ingenuità e ai miei sorrisi supplichevoli mi invita ad attendere. Si mette bene.
I possessori del biglietto per le 17:30 non sono numerosi, ottimo. C'è un problema però: in molti si presentano con biglietti per le corse successive e ovviamente essendo già qui vorrebbero partire adesso. Forse i croupier li hanno spennati in fretta, o forse come me si sono rotti le palle. Anche loro sono in standby, ma è uno standby di livello più alto rispetto al mio, visto che io non ho un biglietto. Io sono un passeggero-paria. Nessuno mi vuole toccare. Mi facessero almeno un po' di elemosina.
Alla fine il bigliettaio mi chiama, mi porta a comprare un biglietto last-minute e mi dice di salire a bordo. Che culo, ho dato un'occhiata fuori e questa sembra essere una zona terribile per fare autostop, senza contare il fatto che mi ibernerei. Mi tocca persino una coppia di sedili tutti per me, sarà per quella storia dei passeggeri-paria. Ne conto altri dieci di liberi.
Mi viene in mente il sorriso maligno di quello stronzo. Come diceva? Posti esauriti, prendi il taxi, 50/50 di possibilità...ma va a cagher!
Eccovi un po' di foto scattate durante l'allegra scampagnata.
Un 7/7, imitazione patetica della catena 7eleven
Genting è un aggregato di porcate del genere: una vecchia cabina-gondola accanto a un robot dei Transformers
Il retro del biglietto su cui i malesiani sbandierano orgogliosi i loro record
L'inverosimile diventa ufficiale, le cabine della funivia si chiamano gondole
L'immancabile serie di divieti, anche nella gondola
Gondole tra le nubi, sembra il titolo di un racconto di Thomas Mann
La lista degli hotel di Genting, con relativi prezzi. Tutti pieni!
Un'altra delle pagliacciate del complesso, date un'occhiata a come hanno conciato il povero Babbo Natale
18 gradi, e siamo ai tropici!
La chilometrica reception di un hotel...
I divieti si sprecano
Affissione all'entrata di un bar/ristorante italiano