Chiamo così quelle sere in cui mi ricavo tre ore di sospensione dalla vita reale (la vita reale in cui, dopo il lavoro, decido con la mia testa che film guardare, che libro leggere, se uscire) e mi affido totalmente allo schermo della tv - e non ho Sky - scartando accuratamente i programmi che richiedono un livello troppo alto di impegno intellettivo; che poi sono proprio pochini a dire il vero. E vago. Difficilmente resto ferma su una sola posizione. Anche il mio corpo, che dovrebbe essere super rilassato, vaga, da seduto a orizzontale a diagonale, e mi alzo una quantità di volte indescrivibile per bere libri d'acqua.
Una sera a settimana: e tutto questo mi fa un bene pazzesco. Una piccola, indolore terapia; so che per molti di voi è lo stesso.
Ieri ho acceso sulle Invasioni Barbariche, che dovrebbe essere l'elemento trainante: in realtà ultimamente scarto i pezzi di interviste che mi annoiano, e sono tanti. Ricordo solo che presto, molto presto, ho abbandonato il testa a testa Bignardi/Dandini - in camicia di seta fucsia (ero rimasta che vestiva solo di nero, e secondo me poteva continuare a farlo) e mi sono imbattuta in un film già visto, a dir poco demenziale, che però ha il pregio di avere come protagonista Cameron Diaz, che trovo ipnotizzante nella sua vitalità. Il film è super-dimenticabile, ma questa scena no, ed è l'unica sulla quale mi sono soffermata! Da qui in poi i miei ricordi si fanno confusi, perchè ho iniziato ad andare avanti e indietro sui miei cento canali con un metodo degno di una ossessiva compulsiva, e cioè procedendo costantemente in avanti, ma tornando a intervalli regolari sulla Bignardi, sulla Diaz, e su Green Card. Questo con l'adorato Depardieu è un film che ho visto da ragazzina per la prima volta al cinema con mia madre, e che mi lega molto a lei; lo trovo perfetto sotto molti punti di vista, senza pretese, un pò datato, ma perfetto, appagante. Persino la MacDowell ha un ruolo cucito addosso. Dico persino perchè una delle "alte" riflessioni della serata è stata: ma quanto mi dà fastidio la sua faccia da uno a dieci? Quanto detesto quel genere di donna? Quello sguardo superiore, angelico, raggelante, camuffato da fatina?
Tutto questo, quindi, si è mischiato molto in fretta a spezzoni di vecchissimi film in bianco e nero su reti improbabili - pellicole sfrigolanti con duelli, sfide d'onore, dame avvolte nel velluto - alle repliche di Caterina Guzzanti, mia vecchia passione da poco rispolverata con i nuovi personaggi di La Prova dell'Otto (provare per credere). Poi è successo che è arrivato il Supremo Momento Trash della Serata: una suorina troppo sorridente ospite alle Invasioni, diventata famosa perchè prima era una cubista e ora danza per il papa, giuro che l'ho vista cambiarsi d'abito tra una pubblicità e l'altra e presentarsi in una specie di tutù giallo canarino, e subito dopo saltellare leggiadra stringendo tra le mani con amore un grosso crocifisso di legno. Per dimostrare a tutti noi che la danza è santa, e non è strumento di Satana: basta saperla utilizzare con giudizio!
Per fortuna stava inziando Girls. Grazie Lena Dunham. Non posso più fare a meno del tuo modo di scrivere i dialoghi. Assolutamente drogante. Sono di nuovo in pace con la vera me stessa (chiunque essa sia). Domani sera posso prendere in mano la Recherche proustiana.
Prima di dormire, dopo la fine dell'episodio, ho fatto una riflessione: trovo fastidiosissimi questi documentari preparati negli ultimi giorni su Jannacci e Califano. Stanno sfornando un mucchio di speciali che in un unico pacchetto ripercorrono le due figure al prezzo di una, giocando sulla contrapposizione dei due caratteri, delle due culture, e solo perchè i poveretti, che magari nella vita chissà, si detestavano, hanno avuto la sfiga di morire a distanza di poche ore. Mi sembra un'operazione volgare e grossolana, ma ditemi voi se esagero.