Alla fine del 2015 ci fu, come peraltro nel 2014, la faccenda di Piazza Navona e della Befana. Chi non se la ricorda? Lo scorso anno, come quello precedente, tutti si arenò anche grazie alle nostre denunce e a quanto fatto da alcuni quotidiani, in particolare Il Messaggero.
Non appena uscì il bando ci sollevammo subito dicendo che era assolutamente insensato e che avrebbe favorito le solite lobbies. Il Primo Municipio si difese goffamente. Ciononostante andammo avanti e così fece anche Il Messaggero. La presidente del Primo Municipio urlò come un'aquila (non è una metafora) ma c'era ancora Ignazio Marino e il sindaco decise di intervenire perché la cosa era fin troppo spudorata. Impose che la giuria avesse un presidente "di chiara fama" e chiese di implementare il bando con un disciplinare di qualità. Venne compilato il disciplinare che qualcosina faceva, ma nulla poteva realmente contro un bando scritto su misura per il racket dei bancarellari. Poi - e continuiamo la nostra cronistoria rapida - Marino venne fatto dimettere. Il Primo Municipio arriva a comporre la commissione che analizzerà i partecipanti alla gara e lo fa, come dire..., come al solito. Naturlamente, come ampiamente previsto, i vincitori risultano i soliti: le graduatorie vengono pubblicate di venerdì sera, con settimane e settimane di ritardo sul previsto. Divampa una nuova polemica e dopo qualche giorno Franco Tronca, nel frattempo nominato commissario della città senza sindaco, dispone di annullare tutto.
Invece di chiedere scusa il Primo Municipio attacca: la colpa dei risultati è del disciplinare di qualità voluto da Marino e compilato dall'allora assessora al commercio Marta Leonori. Secondo Sabrina Alfonsi e Jacopo Emiliani Pescetelli, rispettivamente presidente e assessore al commercio del Primo Municipio colpevole era chi ha cercato di mettere una pezza sulle loro falle. Per giorni e giorni i rappresentanti del Primo Municipio hanno inveito contro chi si sarebbe immischiato nel loro bando che raccontavano come perfetto e impeccabile. Come strumento per portare qualità e per alimentare la concorrenza sana.
Insistemmo mille volte spiegando che non era così. Oggi, una volta partita l'inchiesta, quelle stesse spiegazioni le dà l'ANAC di Raffaele Cantone riportate da questo articolo del Corriere della Sera. L'Autorità Anti Corruzione racconta alla perfezione che dietro bandi scritti in quel mondo succede di tutto e il contrario di tutto. Sono prodotti confezionati appositamente da funzionari e dirigenti collusi (parliamo in generale, per tutti gli uffici, non solo per il Primo Municipio) in modo da immobilizzare e imbalsamare la città così com'è, in modo che l'enorme potere delle lobbies che la stanno scarnificando non sia mai messo in discussione da nessuno.
Questo lo sanno tutti. Ma se lo sanno tutti perché i più alti rappresentanti politici del Primo Municipio hanno coperto per giorni e giorni, starnazzando come papere, questa che si presentava come l'ennesima zozzeria ed era stata individuata come tale da tutti, per fino da noi che siamo gli ultimi arrivati e i meno dotati di esperienza per capire questi sotterfugi.
L'Autorità Garante Anti Corruzioni ci dice che tutto ciò che Alfonsi&Emiliani difendevo a spada tratta era assai censurabile se non peggio. Nel frattempo che le cose vadano avanti alla Procura della Repubblica, perché questi due signori non hanno la decenza di dimettersi? Perché questi presidenti di Municipio, invece di mettersi da parte e saltare un turno, sono già in campo in piena campagna elettorale?