Scandalo Monte Paschi di Siena, cosa è successo veramente?

Da Squid

Probabilmente uno degli scandali più famosi del momento e più importanti della storia economico-finanziaria dell'Italia.

Lo scandalo finanziario della banca MPS

Esattamente cosa è successo?



L'inizio della faccenda: l'acquisto della banca Antonveneta

Tutto ha inizio nel 2007, sotto il governo Prodi, nel periodo in cui le altre banche si univano con fusioni complesse in grandi gruppi, come nel caso del Banco Popolare, o di Intesa San Paolo.
In questo scenario Monte Paschi di Siena annuncia l'acquisto di Banca Antonveneta che nel 2007 era posseduta dalla spagnola Santander.

Primo punto importante della questione:

L'acquisto viene effettuato al costo di 9,3 miliardi di euro (a cui si aggiunge il costo di in 1 miliardo di euro di oneri e di 7,5 miliardi di debti della banca). Il primo sospetto di questa operazione di acquisto è il fatto che solo tre mesi prima, la Santander aveva acquistato Antonveneta per 6 miliardi di euro. Nel mentre, nessun evento avrebbe giustificato l'aumento di valore di 3 miliardi di euro in 3 mesi.

La cifra esagerata a cui Monte Paschi di Siena ha rilevato l'Antonveneta non era giustificabile in alcun modo. Fu comunque spigata con la necessità di acquisire l'Antonveneta in tempi stretti, per rimanere in linea con i vari grandi gruppi formatisi tra le altre banche e contrastare il principale concorrente Bnp Paribas.

Fase due: i bonifici fantasma

La procura di Siena, all'opera da anni sulla faccenda, sottolinea alcuni punti ulteriormente poco chiari, legati ai bonifici emessi da MPS verso la banca spagnola per il pagamento dell'acquisto.

In particolare, vengono tracciati otto movimenti bancari del valore totale di 17 miliardi di euro, destinati ad:

  • Abn Amro Bank (la banca proprietaria di Antnveneta prima di passare a Santander)
  • Il banco di Santander
  • L'Abbey National Treasury Plc di Londra

Secondo la magistratura, del totale dei soldi usciti dall'Italia per l'operazione di acquisto di Antonveneta, oltre 2 miliardi di lire rientrano in Italia grazie allo scudo fiscale, in modo anonimo, e con solo il 5% di tassazione.

Oltre alla bassa etica dell'intera operazione, i magistrati sospettano che siano state pagate ricche tangenti per condurre l'operazione all'esito desiderato.

Gli effetti dell'acquisizione: scandalo finanziario

Le finanze di MPS hanno risentito fortemente dell'operazione, obbligando la banca ad indebitarsi, per aver eseguito un acquisto fuori mercato di Antonveneta. Le casse dell'istituto hanno richiesto forti operazioni di indebitamento e a operazioni straordinarie, come i famosi derivati (finanza strutturata). I derivati sono pacchetti finanziari che consentono di assicurare i rischi derivanti da altre operazioni finanziarie. Sono a tutti gli effetti scommesse sugli esiti di altre scommesse.

Silvia Berzoni, esperto finanziario spiega: "sono operazioni che permettono di coprire le perdite e di spalmarle negli anni senza essere registrate a bilancio. Nel caso del Montepaschi si parla in particolar modo di tre derivati: Alexandria, Nota Italia e Santorini".

La crisi dei derivati e di MPS

A seguito del crollo della Lehman Brothers e con l'apertura dell'attuale crisi economica alcune operazioni, come i derivati, iniziano a venire considerati come "operazioni tossiche". Questo porta il dissesso di Montepaschi a crescere a dismisura, portando la banca sull'orlo del fallimento. Per tentare di corroborare il proprio capitale, MPS fa uso dei Tremonti-Bond, le famose obbligazioni garantite dal Ministero Economia e Finanza, capitanato all'epica da Giulio Tremonti. L'operazione ha un valore totale di 1,9 miliardi di euro.

Altre banche utilizzarono i Tremonti Bond, come anche la Banca Popolare di Mulano, il Banco Popolare e il Creval. Neanche questa operazione porta MPS al risanamento. L'istituto è obbligato a chiedere altri Bond statali, che in questo caso vengono emessi dal governo Monti (Monti-Bond) per un valore di 3,9 miliardi, di cui 1,9 in sostituzione dei precedenti Tremonti-Bond e 2 miliardi di euro di nuove obbligazioni.

La crisi: gli avvicendamenti ai vertici

Bankitalia e i suoi reparti di vigilanza iniziano a fare domande e a mostrare sospetti sugli eventi recenti di MPS. E' quindi la volta delle dimissioni del direttore generale Antonio Vigni e del presidente Giuseppe Mussari, sostituiti da Fabrizio Viola alla direzione generale e di Alessandro Profumo alla presidenza. I due danno il via a indagini interne alla banca finalizzate al risanamento delle condizioni economiche, in vista del fatto che un'eventuale incapacità a ripagare i Monti-Bond condurrebbe la banca al fallimento e alla statalizzazione (appropriazione da parte dello stato).


La magistratura indaga sul caso

Due sono i filoni di indagine su cui si sta muovendo la magistratura senese:

  1. L'acquisizione di Antonveneta, l'operazione finanziaria, i bonifici e il buco mancante. Questo filone ha tra gli indagati l'ex presidente Mussati, l'ex responsabile dell'area finanza Gianluca Baldassarri e altri nomi del direttivo precedente della banca.
  2. La questione derivati e finanza strutturata che renderebbe responsabili i dirigenti di MPS per aver nascosto informazioni a Bankitalia e ai soci azionisti. I due derivati, il Santorini e l'Alexandria, sembrano essere stati stipulati negli anni successivi per abbellire i bilanci dell’istituto. Su questo fronte l'ipotesi investigativa ipotizza il falso in bilancio e l'ostacolo alla vigilanza.
  3. La banda del 5% in cui alcuni intermediari di transazioni pretendevano il 5% di tangente sulle operazioni che ha portato a guadagni milionari per alcuni nomi.


La politica implicata nello scandalo

Il Montepaschi di Siena, la banca più antica del mondo, è un istituto bancario a struttura particolare. L'azionista di maggioranza è infatti la Fondazione MPS. Il consiglio direttivo della fondazione è nominato da forze politiche.

In particolare il consiglio MPS, è eletto da:

  • Comune di Siena
  • Provincia
  • Regione Toscana
  • Università di Siena
  • Arcidiocesi Cattolica (ironicamente coinvolta in molti scandali finanziari)

Le poltrone della Fondazione di nomina politica sono divise tra i vari enti sopra elencati secondo il peso di ognuno, calcolato in base a chi ha ottenuto la maggioranza degli elettori negli enti amministrativi (solitamente Pds, Ds e poi Pd).

Questi detengono la presidenza e la maggior parte degli incarichi più importanti, lasciando sempre una piccola quota alle forze di minoranza. La Fondazione MPS, maggiore azionista della banca MPS, è stata lungo occupata da politici di centrosinistra.

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Fonte originale: Informazione e news.


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