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Creato il 17 novembre 2013 da Plus1gmt

Vi siete mai chiesti che ne sarebbe della vostra vita se poteste sottoporla a un’operazione di deframmentazione, per ottimizzare tutte le esperienze che si sono andate ad accumulare ristrutturandone l’allocazione in zone contigue dal punto di vista del loro valore, cancellando così il tempo perso trascorso vostro malgrado in cose di cui non vi frega un cazzo. E non mi riferisco solo alle attese con il vostro numerino in mano mentre quelli davanti a voi continuano ad assentire alla domanda “desidera altro?”, alle code in tangenziale, a specchiarvi nelle vetrine delle agenzie immobiliari aspettando un ritardatario con cui avevate appuntamento, sui treni fermi a quattro passi dalla stazione mentre qualcuno decide per voi il binario da assegnare al vostro convoglio. Ma anche film e libri che con il senno di poi erano così così, storie d’amore superflue a cui avete dedicato i migliori anni della vostra vita. O anche solo viaggi perdibili, feste pallose, pranzi o cene che era meglio starsene a casa. Come minimo, se ci venisse restituito almeno il sessanta per cento di questa esosa caparra che abbiamo versato senza avere nulla in cambio, saremmo tutti ancora poco più che trentenni, ma sono certo di aver approssimato in eccesso.

Pensate anche se fosse possibile lanciare lo stesso tipo di operazione per rimuovere i sedimenti nel vostro organismo di quello che vi siete sbafati nel corso della vostra vita conviviale per ingordigia e poteva essere invece lasciato marcire nel frigo o riportato indietro dal cameriere, avanzato nel piatto. Chissà quanto colesterolo in meno, quale percentuale di tessuto adiposo svanirebbe, altro che liposuzione. Saremmo tutti pelle e ossa, magari con aspettative di vita superiori. Meno cardiopatici, meno persone frustrate dalla prova costume, meno diabete.

Questo discorso vi sta prendendo, vero? Pensate allora a quanto sareste ricchi se vi restituissero tutti i soldi che, a vostro insindacabile giudizio, avete buttato via per cose inutili, oggetti che si sono rotti subito, vestiti che spinti dalle lusinghe della commessa ammiccante non vi siete lasciati scappare e che poi, con i colori della realtà delle vostre abitazioni più modeste della boutique del centro, vi sbattevano, erano di una taglia in meno, tradivano le imperfezioni del vostro corpo, vi facevano difetto sulle scapole all’infuori o semplicemente tornati a casa vi siete accorti di non aver nulla con cui abbinarli, e così avete dovuto spendere il doppio per dotare il vostro guardaroba di qualcosa che giustificasse la prima spesa.

Lo so, questa forma di ottimizzazione del proprio vissuto non è un’idea poi così originale, almeno quanto l’uso dei pallet, i pancali industriali, usati come base per il letto su cui almeno un vostro amico alternativo si è spaccato la schiena prima di scoprire che il benessere interiore, anche se fa meno figo, inizia proprio con la qualità del sonno. E non ne faccio nemmeno una questione di rimorsi e rimpianti, perché siamo anche il risultato di un autobus perso, di un cocktail di troppo quella sera, di un matrimonio avventato, di un entusiasmo che potevamo risparmiarci o di un aspirapolvere acquistato da un ciarlatano porta a porta a cui non siamo riusciti a dire di no. Peccato però, perché ripulirci di tutta questa fuffa e rimettere a posto quello che resta, le cose importanti, in sequenza nell’archivio della nostra vita potrebbe diminuire drasticamente i tempi di accesso e lettura di quello che abbiamo dentro. Rasenteremmo la perfezione relativa, cioè il modo in cui ci vediamo, la percezione che abbiamo di noi e che facciamo di tutto per mostrare al prossimo. Per questo la deframmentazione – almeno questa versione di fantasia – è un’operazione da svolgere rigorosamente in modo automatico dal file system che ci batte dentro, e non da un’esplicita richiesta di un utente esterno. Che storia, eh? Una volta portata a termine ci lascerebbe spazio a non finire per tutti gli altri errori che da qui in avanti potremmo fare, fino alla deframmentazione successiva.



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