C’erano una volta Buster Brown e sua sorella Mary Jane, due vivacissimi ragazzini che ne combinavo di tutti i colori e calzavano deliziose ballerine con cinturino. Il fumetto, nato nel 1902 dall’estro creativo di Richard Outcault e pubblicato in Italia dal Corriere dei Piccoli con il nome di Mimmo, fu utilizzato da molte aziende, tra queste anche la Brown Shoe Company, per fini pubblicitari. Erano ufficialmente nate le Mary Jane.
Negli anni ’20 la popolarità della calzatura era già senza precedenti: alla classica ballerina venne affiancato il modello con tacco, comodissima per ballare e ideale per slanciare la figura. Da allora il modello Mary Jane, noto anche come scarpe alla bebè, è stato uno degli più amati dalle donne e dagli stilisti per le linee raffinati dall’allure retrò. Tocco glamour per una calzatura che, anche in questi anni, riscuote grande successo ed è in pieno revival grazie alla prossima uscita nei cinema de “Il grande Gatsby”.
Molte le varianti: in vernice, con doppia fascetta alla caviglia, con nastrini, plateau e una pioggia di brillantini applicati su tacchi esagerati e spessi. Ogni donna può vivere il proprio sogno vintage indossandone un paio proprio come Carrie Bradshaw che, in un celebre episodio della serie Sex and the city, rimane estasiata nel vederle mentre gira nei camerini di Vogue America ed esclama “pensavo che fossero una leggenda metropolitana”.