Una volta passato anche ferragosto, si fa quel periodo dell'anno in cui una volta cominciavamo a manifestarsi pruriti per zaini, pastelli e diari rosa. Adesso si accarezzano i maglioni di cachemire, si cominciano a compilare liste di tè e tisane da provare e, soprattutto, si comprano scarpe.
Dopo un'estate passata ciabattando in Birkedioleabbiainglorianstock, un po' pregusto un po' tremo al pensiero dell'imminente ritorno alle scarpe chiuse. Le scarpe dell'autunno sono della specie più pericolosa in assoluto perché, se d'inverno andiamo tranquille col supporto del calzettone di lana merino infilato a forza sotto lo stivale, in autunno c'è da andare a piedi scalzi. Anche se all'improvviso si dovesse mettere a fare cinque gradi il primo di settembre, regole non scritte vogliono che collant e calzettoni siano vietati, si va col cappotto e intabarrati fino alla punta del naso ma la caviglia che sia coraggiosamente scoperta. Ergo, comprare scarpe per l'autunno necessita di un'attenta valutazione: dovranno essere morbide e di ottimo cuoio per evitare stigmate e purulente piaghe da sfregamento, bisognerà fare attenzione a lacci e laccetti, che se poco poco butta una giornata di sole si ha l'effetto cotechino. Si parte così, sempre armate di buone intenzioni e di questionari dettagliati da sottoporre ad ignare commesse, fermamente convinte che quest'anno no, non si cederà al primo modello in cartapesta, costellato di borchie che si incastonano direttamente nella pelle e con una suola di pura ossidiana che sloga le caviglie solo perché è tanto cariiiiiino.
E infatti al primo colpo, occasione imperdibile pescata tra i saldi di luglio, ho acquistato queste:
Guarda come brillano!
Sono di Kurt Geiger e non ho potuto veramente impedirmelo perché:A. sono di glitter oro, ripeto: sono di glitter oro.B. mi fanno sentire il Gran Ciambellano della Maria Stuarda.
C. erano scontate del 50%.
Glitter e calzatura sono due vocaboli che mai dovrebbero incontrarsi in questo universo spazio temporale. Sembra di indossare le carcasse di due ferri da stiro e ho paura che ci camminerò con un'andatura alla Frankenstein che mi farà onore. Già pregusto le escoriazioni e le chilometriche bolle che mi faranno piangere lacrime di pentimento, ma è lo scotto da pagare per sì adorabili creazioni.
Per non lasciare scampo alcuno alle mie povere estremità, da Zara ho comprato senza neanche provarle queste:
C'è ancora attaccato il cartellino, quanta tenerezza...
Non che volessi eh. Galeotto fu un viaggio di ritorno dalla Liguria con Pelliccia intento alla guida e nonna dormiente sul sedile posteriore. Per tenermi compagnia ho aperto la app di Zara e toh! Hanno appena messo fuori la nuova collezione! Le ho viste e ho sognato di loro tutta la notte come fanno gli innamorati. Il giorno dopo in pausa pranzo, coperta da una divisa siberiana e sudante come un panda in sauna, ho chiesto il favore ad un attonita quanto sconosciuta ragazza di provarle per me, perché tu sei senza calze almeno vedo come ti stanno, ho un quarto d'ora e devo rientrare dalla pausa, grazie! Sono BELLISSIME. Un po' Aquazzura, un po' Tango di Valentino, sicuramente molto Zara, infatti quando ci cammini fanno sgnec sgnec.
Potevo dirmi soddisfatta, ma si è messo di mezzo il cesto dei panni. Il mio cesto dei panni in vimini bianco si è rotto, dopo quattro anni di onorato servizio. Così qualche giorno fa ho caricato su Madre e mia sorella Sgnappa per una gita di piacere alla ricerca del nuovo sostituto. La qual ricerca non ha purtroppo sortito i risultati sperati, in quanto sono tornata a casa senza cesto ma con un paio di adorabili ballerine a punta. In un colore neutro che ho prontamente abbinato a dovere, perché soffrire va bene, ma che ne valga almeno la pena.
Sobrietà, questa sconosciuta.