Scatti di un viaggio senza fine #3: Fes, la magia dei colori del Marocco

Creato il 28 maggio 2013 da Nonsoloturisti @viaggiatori

Un lungo viaggio a bordo di un camion dall’Circolo Polare al Sudafrica. Siamo stati in Islanda e alle Far Oer, per poi arrivare in nave fino in Marocco. La prima tappa in questo straordinario Paese è stata una visita a Chefchaouen, la “città blu”, dove siamo stati letteralmnte incantati dal Marocco e dai suoi colori, ma anche dalla travolgente ospitalità della sua gente. È stato un caldo benvenuto anche se di notte faceva ancora freddo e dormire in tenda per la prima volta è stato abbastanza scioccante.

E poi eccoci arrivare a Fes, con le sue migliaia stradine diverse della vecchia medina, in cui perdersi è più facile e naturale che trovare l’entrata, in cui l’odore della conceria ti assorbe e stordisce, in cui il tempo si è fermanto e continua a trasportarti in epoche diverse ogni volta che giri l’angolo. Fes è l’odore dolce del te marocchino, è il canto del muezzin, i negozietti che vendono di tutto per strada, l’odore delle spezie, le forme e l’arte dei tappeti arabi, i colori e la bellezza decadente della sua conceria. Senza dubbio una delle citta’ piu’ belle e uniche del Marocco.

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Fes è una città santa del Marocco nel fondo di una fertile vallata. Per popolazione è la terza città del Paese ed è la più antica città imperiale grazie alla sua prevalenza politica secolare e all’importanza della sua antica università sulla cultura e sull’arte del Nord Africa musulmano.

L’avvio della fondazione, avvenuta il 4 gennaio dell’808, è tradizionalmente attribuito a un discendente del profeta, di nome Idrīs ibn Idrīs. La città sorgeva sulla riva destra del fiume Fās da cui dunque prende il nome. Nell’812 i musulmani andalusi, cacciati dagli Omayyadi di Cordova, si insediarono in città e i due gruppi svilupparono le due comunità sulle rive opposte del wadi, costruendo moschee, mercati e fortificazioni. In seguito i due insediamenti si unirono, le singole fortificazioni vennero abbattute e fu costruita una nuova cinta muraria.

Agli inizi del XIV secolo Fās al-Jadīd fu dotata di una mellāḥ (ghetto) in cui furono trasferiti gli ebrei della città. Gli ebrei convissero con gli arabi senza molte difficoltà, e solo verso la fine del secolo emigrarono in massa in Israele abbandonando case e beni. Oggi in città rimangono circa 300 ebrei.
La città conobbe un particolare periodo di prosperità durante il regno del sultano merinide Abū l-Rabīʿ all’inizio del XIV secolo, che fece di Fes un ricco centro industriale e commerciale. Distrutta in parte da un terremoto nel 1522, la città passò sotto i Sadiani e perse d’importanza a favore di Marrakech.


Emanuela Grieco

Negli ultimi anni ho viaggiato spesso, riempendo il mio diario con le impressioni che ricevevo in ogni nuovo posto visitato. Per ogni pagina che riempivo, raccoglievo anche immagini che ritraessero le mie destinazioni. Amo la fotografia, perché mi permette di mostrare agli altri quello che vedo con i miei occhi.

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