Per ansia si intende l’immobilizzazione nel presente a causa di ciò che succederà o non succederà nel futuro.
L’ansia naturalmente non va confusa con i progetti per il futuro: se abbiamo dei progetti e ci stiamo dando da fare per raggiungerli e migliorare il nostro futuro, è chiaro che non è il caso di parlare di ansie e di preoccupazioni. Quando invece un qualcosa che appartiene al futuro ci paralizza adesso, nel presente, allora si può parlare di ansia.
I comportamenti ansiosi
Numerosi sono i comportamenti ansiosi legati alla nostra cultura. Ne farò qualche esempio tipico. Le frasi messe nelle parentesi sono quelle con cui si suole giustificare la propria ansia:
“Io entro in ansia riguardo…”
- La mia salute (“Se non me ne curo, potrei morire in qualsiasi momento!”)
- Il mio lavoro (“Se non me ne preoccupo, potrei perderlo”)
- La situazione economica (“Visto che non se ne cura lo Stato, qualcuno dovrà pure preoccuparsene no?”)
- I miei figli (“Tutti si preoccupano dei figli. Non sarei un bravo genitore se non me ne dessi pensiero no?”)
- Gli incidenti (“Ho sempre il pensiero che a mio marito accada un incidente. Se ne sentono sempre all’ordinne del giorno!”)
- La morte (“Tutti hanno paura della morte, tutti se ne preoccupano. Non sono mica il solo!”)
- Il parlare in pubblico (“Mi blocco, e come se entrassi in uno stato di confusione. Mi si annebbia la mente e non so più quello che devo dire”)
E la lista, ovviamente, potrebbe continuare ancora a lungo.
Per eliminare l’ansia è necessario comprenderne il motivo. Mi spiego meglio: se l’ansia occupa una gran parte nella nostra quotidianità, ha altresì numerosi precedenti che la motivano. Andiamo allora ad osservare quali vantaggi psicologici presenta la scelta dell’ansia.