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Scegliere la scuola superiore è scegliere l’università?

Creato il 08 giugno 2012 da Abattoir

venerdì 8 giugno 2012 di

L’estate è alle porte e col suo inizio si chiude il famoso anno scolastico che per 18 anni ha scandito il passare del nostro tempo.

Per alcuni studenti la chiusura dell’A.S. (così veniva comunemente siglato), comporta la scelta del proprio futuro. Alcuni sceglieranno se andare all’università e quale facoltà scegliere, altri decideranno di affrontare il mercato del lavoro.
Oltre ai “maturandi”, c’è un’altra fascia di studenti che deve fare un’analoga scelta e non meno difficile, ovvero i tredicenni che escono dalla scuola media e devono scegliere le scuole superiori.
Più passa il tempo e ascolto storie, più mi rendo conto che in fondo le domande e le risposte sono le stesse in entrambi i casi.

Ricordo come se fosse ieri quando entrava la professoressa a farci fare i test di orientamento. Era il 1999 e ero in terza media, fare quei test mi piaceva, saltavo la lezione prevista per quell’ora e magari avrei capito se ero veramente intelligente o meno, alla gara di matematica ero arrivato secondo su tutta la scuola e la professoressa d’italiano mi voleva nel suo laboratorio di giornale. Le ragazze non mi filavano e quei test magari potevano dirmi se il mio futuro era quello di diventare un genio maledettamente sfigato e imbranato come quelli dei film.
Numerosi test, alcuni che mi sembravano facili, altri invece mi davano qualche speranza di non rimanere single a vita, ma alla fine il verdetto finale fu l’attestamento della mia attitudine alle materie scientifiche, scuole consigliate: Liceo scientifico o Istituto Tecnico Industriale. L’ultima parola rimaneva a me.
I miei genitori, che fino a quel momento mi avevano aiutato nello studio, lasciarono a me la responsabilità di quella scelta, perché in entrambi i casi non avrebbero potuto più aiutarmi se non pagando lezioni private. Poi, hanno sempre avuto molta fiducia in me e quindi mi dissero che potevo fare già da solo le mie scelte.

In quegli anni, avevo visto evolvere i sistemi Microsoft dal DOS al Windows 98 e avevo giù usato un computer Apple (quando ancora non si diceva Mac ma Macintosh!) e l’informatica vinceva sopra ogni possibilità di studiare latino. Inoltre, non ero così sicuro che avrei fatto l’università, così la scelta fu fatta.

Oggi invece mi ritrovo ad ascoltare i miei cugini scegliere la scuola del loro futuro e con una maggiore consapevolezza di quella che avevamo io e i miei compagni, sul fatto che con la scuola superiore si sceglie effettivamente il proprio futuro.

Ascolto con piacere chi vuole frequentare l’istituto geometra per seguire le orme del padre e continuare facendo ingegneria edile. Anche lui è molto portato per la matematica ed è molto studioso, ha sempre detto di voler fare l’ingegnere anche quando voleva fare il calciatore. Avere chiara la meta lo porterà a impegnarsi per raggiungerla.
Nel suo ragionamento era chiara però l’idea che il liceo scientifico non rappresentava una possibile scelta, perché è una scuola che ha come fine la preparazione universitaria, che non ha uno sbocco lavorativo nel caso cambiasse idea in itinere.

Un’altra cugina invece mi racconta che la professoressa le ha sconsigliato il liceo classico perché troppo difficile e inutile senza università e pertanto la ragazzina si dirigerà verso la scuola alberghiera.

Tutto ritorna quindi al conflitto università-mercato del lavoro in cui la prima è assoggettata alla seconda. I licei stanno perdendo valore rispetto alla società tecnocrate, insieme all’idea di un’università che serva a formare lavoratori d’alto livello e non più luogo di crescita di conoscenze e competenze.

Con la stessa logica infatti si scelgono le facoltà, meglio economia e medicina rispetto a filosofia o lettere classiche e ingegneria e giurisprudenza vincono su tutto.

Se ieri a tredici anni si era chiamati a scegliere sul futuro dei loro prossimi 5 anni (sembra infatti che nessuno prenda in considerazione la possibilità di cambiare scuola), oggi pare che alla scuola media si debba scegliere la propria vita…

Meno male che in realtà la possibilità di cambiare la vita che ci eravamo disegnati può cambiare!

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