Torna Silly, torna il suo angolino, vi è mancato? Ecco, questa volta però non siamo di fronte ad una recensione ma ad un ripercorrere i tempi che furono, quasi una riflessione sul passato. Il film passa in secondo piano, da un certo punto di vista. Vi avverto che comunque, in questa pseudo recensione di Scelta d’amore, film di Joel Schumacher del 1991, ci sono degli SPOILER e ve lo dico per correttezza, anche se parlare di spoiler in questo film è quasi ridicolo. Detto questo, godetevi questo articolo dell'Angolo di Silly.
Nostalgia, nostalgia canaglia (volume 2): Scelta d’amore, di Joel Schumacher (1991)
(Titolo originale del film: Dying Young, ovvero morire giovani. La iettatura)
Intanto state calmi, vedo già occhi sbarrati e mascelle precipitate rovinosamente sulla tastiera. Non rivedo questo film tristissimo di Joel Schumacher dalle elementari, pertanto ho deciso di parlarne andando a ritroso (molto a ritroso) nei miei cassetti dei ricordi. Quindi patti chiari e amicizia lunga, questa non è una vera e propria recensione, più che altro un piccolo racconto di formazione. Innanzitutto sì, avete letto bene, io questo film l’ho visto da bambina, penso un centinaio di volte assieme alla mia amica, che per tutelare la sua privacy chiamerò Muck. Muck aveva un soggiorno accogliente e caldo come l’abbraccio di Klimt, un divano comodo e una finestrella che dal salotto comunicava con la cucina. Una finestrella quadrata dove la sua mamma ci passava la merenda. A noi stava sulle palle Julia Roberts, con quei denti infiniti e le gambe lunghe e secche. La prendevamo a parolacce e sbavavamo per Campell Scott. Il rito di vedere Scelta d’amore durò un po’ di tempo, finché per fortuna Muck non decise di imparare a suonare il clarinetto e io come al solito non avevo voglia di fare niente.
Qualche anno dopo, sul treno che ci portava mestamente alle superiori, nominammo la passione defunta per questo film ad una nostra compagna di treno d'età adulta, che ci disse una cosa tutt’ora scolpita nelle nostre menti, indelebile: “Oh, ragazze, ma che vi piacciono i leucemici?” Effettivamente raccontarlo alla gente ci dipingeva leggermente strambe, anche perché non avevamo omesso il particolare che Victor (il protagonista) ci piaceva proprio da malato, ovvero senza i capelli e un po’ dimesso. Tutto questo per dirvi che, io e Muck, ci innamoravamo di gente problematica già da piccole. Solo che a lei poi è andata meglio che a me. Ripensandoci, il film è di una tristezza senza pari, perché la scelta d’amore la compiono Victor e Hilary (la "mioddio non la posso vedere" Julia Roberts), nel momento in cui lui le chiede di non curarlo più, permettendogli di vivere appieno i suoi ultimi giorni. Affanculo la malattia, affanculo quello che pensano gli altri. E lei accetta. Ovviamente alla fine lui muore e perciò lo strazio è immane. Sì, vi ho raccontato come finisce, ma non è così importante, quello che conta è il tragitto dei due innamorati e se vi piacciono le storie strappalacrime è perfetto. Lo ricordo come un mattone disperato, nel suo susseguirsi di cliché (lei è una poverella, lui è ricco, lei è tenera ma sboccata, lui è colto e la capisce, lei non sa fare un tubo, lui la vuole come infermiera, si innamorano, lei dona a lui la positività del suo carattere, lui le dona fiducia nell’amore e cose così).
A ripensarci, io e Muck non potevamo fare a meno di merendare, perché la depressione cosmica che ci aggrediva ogni volta era da combattere a torta e caffellatte. Ma quindi, a conti fatti, perché diavolo guardavamo questo film? Perché ci garbava Victor e perché tutte le ragazze devono passare prima o poi per la fase “infermiera”, quella dell’io ti salverò! Ecco, noi ci siamo passate a dieci anni o giù di lì, forse ci siamo salvate. E almeno una di noi due ha imparato qualcosa. Che poi, io e Muck siamo tipo Stanlio e Olio e facciamo ridere un sacco laggente anche se abbiamo il cuore stanco. Secondo me dobbiamo ringraziare Victor e Hilary, che per anni ci hanno fatto toccare ferro e facendoci poi ridere tantissimo delle disgrazie della vita. Non subito eh, dopo un po’ di esercizio.
Sì, questo film è una ciofeca, però la nostalgia mi assale, perché è legato a momenti così belli che solo il ricordo del tepore di certe case può rievocare. E dell’amicizia vera, quella che non crolla neanche se ci si mette d’impegno uno Smaug furibondo. Siamo sopravvissute a Morire giovani, cari miei. Pochi cazzi.
Silly
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Scelta d’amore (di Joel Schumacher, 1991)
Creato il 28 marzo 2014 da Frank_romantico @Combinazione_CPotrebbero interessarti anche :