Una cosa che davvero non sopporto di certa gente è che pur partendo da posizioni privilegiate, o forse proprio per questo motivo, vogliono avere l'ultima parola su tutto.Basterebbe questo, ma se a questo si aggiunge anche la mistificazione allora è troppo. Allora, bisogna mettere da parte quel poco di diplomazia e scrivere a chiare lettere che questi "religiosi" sono in malafede, intellettualmente disonesti o in alternativa dei prepotenti.Mi riferisco alle pesanti pressioni che il mondo cattolico (media, parlamentari, lobbies varie) stanno facendo affinché in una trasmissione televisiva di inaspettato (?) successo si crei a distanza il contraddittorio tra chi sostiene sia diritto di ogni persona decidere della propria vita anche nell'attimo fatale, e chi invece ritiene questa libertà ideologicamente improponibile, anche se riguarda la vita e le volontà altrui.Partiamo subito col dire che i cattolici sono tanto solerti a pretendere eguaglianze specifiche quanto restii a concederle laddove esse detengono il potere, qualunque esso sia.La RAI è pubblica? Si.Quindi deve comunque dare spazio al contraddittorio? No.
Se è noto che il Cda della tivù di Stato non può imporre alcunché, lo è altrettanto che un invito di questo genere era di quelli difficili da ignorare: a meno che, invece, Fazio e Saviano si sentano tanto forti da portare allo strappo il tiro alla fune ingaggiato – a questo punto – con la loro azienda (pubblica), con un bel pezzo di Parlamento e una larghissima parte della società civile.Questo scrive Pino Ciociola su Avvenire. Che siano belli o brutti però ci sono altri "pezzi" di Italia e secondo costui (e la corrente di pensiero che rappresenta), non dovrebbero avere voce se non previa accettazione di contraddittorio con loro. Perchè ? Perchè sono in tanti! Non vi sono altri reali motivi. Infatti, più avanti continuando a sostenere che i casi Welby ed Englaro erano uno spot "pro morte" si domanda a dimostrazione:
Se quelle di Eluana e Welby sono "di vita", come vanno definite le storie di migliaia di stati vegetativi e gravissimi disabili curati per anni dai loro cari?Altri casi di vita vissuti con secondo un ideologia differente: difficile da intendere?No, se non si è accecati dalla propria superbia, ma evidentemente è il contrario. Poi si attaccano alle parole: dopo aver subito la distinzione "pro vita" e "pro morte", e dopo averla respinta, i produttori fanno notare a coloro che tale distinzione hanno creato, che in base a quella distinzione le associazioni cosiddette "pro vita" hanno molti spazi per fare sentire la propria voce.
Fazio e Saviano sono stati chiari: dobbiamo essere liberi di fare propaganda per l’eutanasia, i disabili gravi, se proprio vogliono parlare, vadano altroveFosse anche vero, dov'è il problema? O forse il fatto che certi temi attirino 9 milioni di telespettatori spaventano chi vuole convincersi di avere ancora una maggioranza tale da poter spadroneggiare come più gli aggrada?