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Scemo

Da Oichebelcastello

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SCEMO

E’ un aggettivo. In Toscana si usa per indicare il bicchiere di vino non pieno. Come i computer il cervello non può sempre essere utilizzato al meglio.
Sono connessioni cerebrali. Ci sono persone che hanno strade interrotte o non hanno proprio la strada, e allora è grave. Magari hanno altre doti, ma questa è un altra storia.
Non voglio tentare di descrivere una persona con gravi problemi cognitivi, perché Marcello non è così, lui non è questo.
Marcello è intelligente, ma usa il cervello per certe cose, le sue.
Mi spiego meglio, ha priorità diverse. Sono sempre stato lontano da lui e dal suo mondo.
E’ sempre stato il contrario di me. Evitavo ogni influenza sul mio stile di vita.
Sono passati gli anni, mi stupisco del suo vigore, dei suoi atteggiamenti beffardi, della immutata arroganza e strafottenza di tutto, ma sopratutto degli altri.
Ed ecco la mia legittima curiosità, come può un essere da me sempre definito “scemo” mantenere lo stesso “rango” e la stessa voglia di vivere, lo stesso menefreghismo. Cosa, chi lo alimenta ?
Non voglio credere nel tranello del : “non posso essere come lui allora lo tiro giù”
Ancora non mi son bevuto il cervello e ribadisco di non volere essere come lui, però mi chiedo perché lui scemo non gli è ancora successo qualcosa ? Ma non nel senso negativo.
Anche uno scemo può migliorare o peggiorare, ma lui ?
Come ha fatto a non cambiare ? Qual è il suo segreto ?
Ancora strafogato negli stadi di calcio, a telefono per ore con altri scemi come lui e a parlare di figa o della fuffa (il nulla n.d.a.), dove trova tanti scemi per occupare il 90% della sua giornata ?
Marcello è un eterno ragazzo scemo e come tale qualcuno lo vorrà ricordare e magari ci scriveranno un libro.


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