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Schadenfreude per tutti, e non se ne parli più

Creato il 28 febbraio 2016 da Malvino
Chi voleva la stepchild adoption, e non l’ha avuta, si consoli buttando un occhio in campo avverso: quelli del Family Day sono incazzati neri, soffrono come bestie ferite a morte. Certo, il diritto di piena genitorialità concesso a entrambi i partner di una coppia omosessuale avrebbe dato dignità di vero e proprio matrimonio allistituto dellunione civile, ma di fatto adesso due lesbiche e due gay sono famiglie, poi al resto penserà la giurisprudenza, sentenza dopo sentenza. E certo, potrà irritare che in Italia ladeguamento delle leggi ai mutamenti della società proceda con ritardi che favoriscono la persistenza di grosse sacche di dissenso ad ogni mutamento, sarà frustrante, senza dubbio, ma la pazienza è la virtù dei forti, può darsi sia addirittura meglio che le cose si prendano il tempo necessario per farle digerire piano piano a chi ha stomaco delicatuccio. Chi voleva la stepchild adoption, e non l’ha avuta, rifletta a quanto è accaduto per la fecondazione assistita. Anche chi volentieri lavrebbe dichiarata fuorilegge, perché il Catechismo la vieta, dapprima è stato costretto a concederla, accontentandosi di renderla un faticosissimo percorso a ostacoli. Poi, uno dopo laltro, gli ostacoli sono venuti a cadere, e il cardinal Ruini è rimasto con un pugno di mosche in mano. L’esperienza insegna: non farsi trascinare nella chiacchiera sui Grandi Sistemi, strappare pezzo a pezzo quello che si può strappare e poi produrre casi emblematici da portare in Cassazione, alla Consulta, a Strasburgo. Ma si consoli pure chi voleva che tutto rimanesse comera, che il ddl Cirinnà fosse ritirato in blocco, che fosse in questo modo proclamato linsuperabile primato della famiglia tradizionale: l’Italia è omofoba da sempre, e per molto tempo ancora un ricchione resterà un ricchione, per molto tempo ancora qualche dispettuccio glielo si potrà infliggere per fargli capire che quel boa di struzzo fucsia è contronatura. Lo stralcio della stepchild adoption è un bel premio di consolazione, via, e poi non è stata una bella soddisfazione poter ripetere per settimane, col sorrisetto obliquo sulle labbra, cui in sincrono il sopracciglio andava perfettamente parallelo, che al gay lutero manca? Certo, sarà uno schifo vedere due maschi tenersi per mano, sentirli dire che sono famiglia in forza di una legge che sovverte la Legge, ma in fondo sarà unoccasione per soffrire, e questo al cattolico-come-si-deve piace da morire. Massima goduria, poi, soffrire in compagnia di chi ti fa soffrire, perché non deve essere carino vederti scippata la stepchild adoption e trovare a consolarti lo stesso Scalfarotto che fino a due minuti prima giurava che si sarebbe fatto spellare vivo piuttosto che rinunciarci.
Insomma, via, Schadenfreude per tutti, e non se ne parli più. Tanto più che di quanto era in questione col ddl Cirinnà non sè parlato troppo neppure quando si è fatto finta di discuterne, anzi, di tutto si è discusso per non parlar di quello. E daltronde sarebbe stato inopportuno perché le unioni civili erano solo unoccasione per vedere in campo lalta politica di cui noi italiani siamo maestri insuperabili. Via, è stata una gran bella partita, ottime regie, splendide triangolazioni, fallacci micidiali, ma arbitro e guardalinee, comè giusto, hanno lasciato correre per non mortificare il gioco. E dunque finte e controfinte, dribbling e contropiedi, meline e deviazioni in calcio dangolo, entrate a gamba tesa e simulazioni di fallo, goal di tacco e traversoni a perdersi sul fondo, spogliatoi nervosissimi e autogoal in mezza rovesciata, perché sia chiaro che non è la politica italiana a vivere di metafora calcistica, è il calcio che cerca di imitarla, quasi sempre offrendo uno spettacolo assai più piatto.

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