Cosa ricordi dell’assalto?: “È stato bellissimo e faticosissimo – sorride Giani in un momento di relax – perché Aldo è un atleta che ti fa sentire anche fisicamente il peso del confronto. Sapere poi di tirare contro un grandissimo come il livornese impone una concentrazione mentale assoluta. Ogni stoccata portata equivale paradossalmente a 4 stoccate. Devi inventarti sempre qualcosa di speciale per andare a bersaglio ed impedirgli di fare altrettanto. Alla fine ero quasi incredulo di essere riuscito a compiere l’impresa. Esaltato ed al contempo appagato. Mi è risultato impossibile, a caldo, tornare con i piedi per terra. Il risultato è stato che nell’assalto successivo sono stato piegato dal mio avversario chiudendo al 12° posto la gara. Mi è però rimasta la consapevolezza di poter competere alla pari con i big e questo non è poco per la mia carriera, in ottica 2014/2015. Un successo che ha valore doppio perché sentivo che Montano voleva far bene ed arrivare fino in fondo, stava insomma affrontando l’impegno con tutto se stesso”.
Guardiamo alla prossima stagione e un po’ più in là, magari a Rio 2016: “Cercherò di dare il massimo, in Italia e all’estero, sperando di avere molte opportunità in Coppa del Mondo. Rio è un sogno, ad oggi lontano. La sciabola sarà una di quelle armi penalizzate dal nuovo regolamento. Solo due gli azzurri nell’individuale che dovranno essere tra i top 12 del ranking mondiale. Bisognerà essere veramente tra i più forti per parteciparvi. Mai dire mai, provare a realizzare il sogno sarà un dovere oltre che un piacere”. Intanto in stagione Amedeo si è laureato vice campione italiano under 23.