Nel magico mondo della scherma italiana, tra eroi e imprese, gioie e medaglie, è arrivato anche il cattivo. È la fuga dei maestri verso l’estero, che avanza inarrestabile un po’ come il Nulla de La Storia Infinita, un autentico patrimonio dilapidato dallo sport italiano.
Giulio Tomassini e Giovanni Bortolaso sono solo gli ultimi due a essersi iscritti nella lista dei partenti. Il maestro formato a Jesi da Ezio Triccoli, che tra i suoi allievi vanta Valentina Vezzali e Margherita Granbassi, ritorna in Francia, dove era già stato dal 1975 al 1989. Non più Lione ma Avignone per lui, da anni ormai parte irrinunciabile di ogni spedizione Azzurra per le gare internazionali.
Bortolaso, maestro di Arianna Errigo, ha scelto invece Tauber, in Germania, per proseguire la sua brillante carriera. Un’ulteriore minaccia è stata portata dalla federazione russa, che sta facendo di tutto per convincere Stefano Cerioni a lasciare la carica di ct del fioretto azzurro e trasferirsi a Mosca.
Un’altra perdita che la scherma italiana, già colpita duramente dagli addii di Angelo Mazzoni (spada) in direzione Svizzera e di Andrea Magro (plurititolato ct del fioretto e della sciabola) verso il Giappone. Insomma, sembrano passati i tempi in cui era l’Italia ad attrarre i maestri migliori dall’estero: impossibile dimenticare il matrimonio e poi il divorzio tra la sciabola azzurra e il francese Bauer, autentico fuoriclasse dei ct e forgiatore di quello straordinario campione che è Aldo Montano.
Per questo gli atleti hanno sollevato un vero e proprio allarme, firmando un appello al Coni perché intervenga e faccia qualcosa per rendere l’offerta economica italiana competitiva con quelle straniere. Una lettera che porta in calce i nomi di tutti o quasi. Mancano infatti due atleti rappresentativi come Andrea Cassarà e Valentina Vezzali, anche se la campionessa jesina ha fatto sapere di condividere la preoccupazione dei colleghi, ma non la tempistica e le modalità. Intanto Arianna Errigo, rimasta orfana del proprio maestro, ha fatto sapere su Facebook che questa difficoltà aggiuntiva le dà una carica ancora maggiore per affrontare la stagione, ma il problema c’è e rimane.
Perché è vero che gli atleti azzurri sono straordinari, in particolar modo quelli del fioretto, ma è altrettanto noto come la più importante risorsa del movimento schermistico siano i maestri, in grado di proseguire una tradizione vincente e di formare continuamente nuovi campioni. Un patrimonio così non si può portar via, non si può minare alle fondamenta quella che è la disciplina che ha portato il maggior numero di medaglie olimpiche allo sport italiano. Il Coni faccia qualcosa per fermare questa emorragia, prima che sia troppo tardi.
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OA | Gabriele Lippi