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Schermaglia

Creato il 13 gennaio 2012 da Renzomazzetti
Miciata.
Miciata.

Permettete una domanda? Che ne è del capitano Fendente? E’ tornato anche lui dalla guerra? Ha sfidato Cupido a una gara d’arco, qui a Messina; e quando ha letto il cartello, il buffone di mio zio ha firmato al posto del dio arciere, e lo ha sfidato con la sua balestra giocattolo. Ma ditemi, quanti ne ha uccisi e divorati in queste guerre? Anzi ditemi, quanti ne ha uccisi ? Perché ho scommesso che l’allocco infilzato da lui, me lo sarei mangiato in padella. Non ne dubito. Avrà fatto strage delle vettovaglie che andavano a male. Possiede uno stomaco di ferro. Sa menar le mani sulle signorine, non c’è dubbio. Ma un uomo, un uomo vero, lo ha mai affrontato? Per essere pieno, non c’è dubbio che è pieno; ma di cosa sia pieno… lasciamo perdere. Siamo tutti mortali. Le bordate di spirito non vanno mai a segno su di lui. Dopo l’ultimo conflitto perse addirittura quattro dei suoi cinque spiriti, e ora è il quinto a dominarlo. Se gliene resta quanto basta a star caldo, se lo mette a mo’ d’insegna, per distinguersi dal suo cavallo; altro non gli rimane, per passare da essere raziocinante. Chi è il suo compagno attuale? L’amico del cuore lo cambia una volta al mese. La lealtà per lui è come la moda del cappello; la cambia ogni nuova voga. Non è nelle mie grazie; se ci fosse, sarei fuori dalla grazia di Dio. Ma ditemi di questo amico. C’è o non c’è? Possibile che non abbia trovato un giovane temerario disposto ad accompagnarlo all’inferno? Il signor Benedetto si attacca peggio della peste, e chi prende il contagio perde il senno. Dio protegga il nobile Claudio! Se ha preso la benedettite non ne guarirà per meno di mille scudi. Bella fortuna per le donne, che si risparmiano la corte di un importuno come voi! Del resto, ringraziando il cielo e il mio sangue freddo, in questo io non sono diversa; anch’io preferisco ascoltare un cane che abbaia a una cornacchia, che un uomo e i suoi spergiuri d’amore. L’uomo ideale sarebbe una via di mezzo fra Don Juan e Benedetto. Uno non parla mai: sta lì come fosse dipinto. L’altro invece è peggio di un bambino viziato, non chiude la bocca nemmeno quando dorme. Poi ci mancherebbero un bel paio di gambe dritte, una borsa piena di scudi: un uomo così conquisterebbe qualunque donna al mondo. Se riuscisse a convincerla. Sono troppo irrequieta, è più irrequieta. Voglio diminuire così le doti mandate da Dio; perché si dice: ”Alla mucca irrequieta Dio manda corna piccole”. Però alla mucca troppo irrequieta non le fa spuntare per niente. Non mi manda un marito; preghiera che gli rivolgo in ginocchio tutte le mattine e tutte le sere. Signore Iddio, un marito con tanto di barba! Non lo sopporterei. Meglio dormire senza le lenzuola. Di un marito senza barba che me ne faccio? Gli metto uno dei miei vestiti e me lo tengo come dama di compagnia? Se uno ha la barba è più di un giovinetto, e se non ce l’ha ancora, è meno di un uomo; e se uno è più di un giovinetto, non fa per me, e se è meno di un uomo, io non faccio per lui. Ragion per cui, rassegnamoci: morirò zitella. E se nessuno mi accompagnerà in paradiso mi presenterò alla porta dell’inferno. Ci troverò un diavolo guardiano con due corna lunghe come quelle di un marito: ”Che ci fai qui, Beatrice?” mi dirà. ”Questo non è posto per una signorina per bene.” E allora busserò da San Pietro, e lui mi manderà dritta nel reparto degli scapoli e lì vivremo sempre felici e contenti. (Meditazione su Beatrice in Molto rumore per nulla di William Shakespeare).

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T  A  N  T  O       G  E  N  T  I  L  E

Tanto gentile e tanto onesta pare

la donna mia quand’ella altrui saluta,

ch’ogne lingua deven tremando muta

e li occhi no l’ardiscon di guardare.

Ella si va, sentendosi laudare,

benignamente d’umiltà vestuta,

e par che sia una cosa venuta

da cielo in terra a miracol mostrare.

Mostrasi sì piacente a chi la mira,

che dà per li occhi una dolcezza al core,

che ‘ntender no la può chi no la prova;

e par che de la sua labbia si mova

un spirito soave pien d’amore,

che va dicendo a l’anima: Sospira.

-Dante   Alighieri-


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