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Scherza con i fanti ma non toccare i santi

Creato il 09 settembre 2011 da Mcg
Scherza con i fanti ma non toccare i santi
Niuno tocchi San Gennaro. E nemmeno il ponte di Sant'Ambrogio, perché il milanese, molto più prosaico, del santo non gli frega un granché ma del ponte pre natalizio, quello, gli importa eccome. Scoppia la protesta per la soppressione delle feste patronali, l'ennesima trovata del governo per garantire qualche punto di PIL in più. La più veemente, nemmeno a dirlo, è quella che si alza dalla città partenopea. Ma come si fa a chiedere al  Santo di compiere il prodigio, perché di prodigio si tratta e non di miracolo, a comando: mica siamo Garibaldi!
Che c'entra Garibaldi? Scherza con i fanti ma non toccare i santiC'entra eccome.
Entrato a Napoli trionfante, l'eroe dei due mondi trovò in seguito notevoli difficoltà nel governare la città, le cui cause erano dovute principalmente alla più che comprensibile resistenza e diffidenza dell'aristocrazia locale e del clero, timorosi di perdere i loro privilegi e pronti entrambe a sobillare il popolo contro i Garibaldini alla prima occasione. Una di queste poteva essere per l'appunto il fenomeno della liquefazione del sangue del patrono partenopeo: se il sangue non si fosse liquefatto, l'interpretazione pronta  era che S.Gennaro e di rimando Dio, non vedeva bene la presenza delle camice rosse. Garibaldi, o meglio ancora il cappellano Alessandro Gavazzi, più famoso come padre Gavazzi, con l'irruenza tipica del suo carattere parlò al clero napoletano elencando uomini , baionette  e cannoni pronti a colpire la città e minacciandoli che se non avessero fatto liquefare il sangue del santo, l'avrebbe fatto per loro Garibaldi stesso con le sue truppe. Inutile dire che il prodigio, o per minaccia o per coincidenza, si concretizzò.
Ma i nostri politici, si sa, non hanno di certo il piglio di Garibaldi e quindi questa volta il clero non ne vuol sapere di far spostare il prodigio che deve compiersi "puntuale" il 19 settembre e decide così di emanare una nota dove si dice che
Sappiamo che alla festa liturgica di San Gennaro si accompagna sempre e da secoli l'evento prodigioso e straordinario della liquefazione del suo sangue. Se dunque si tratta di un evento particolare non determinato da mano e da volontà dell'uomo, è evidente che non può essere spostato ad altra data, più o meno vicina a quella che è legata alla storia del santo e di Napoli
Più o meno, visto che la puntualità non pare essere la dote del mitico santo: a volte il sangue non si è liquefatto per nulla, altre con ore o  giorni di ritardo e altre è stato trovato già liquefatto all'apertura della teca. Peraltro va ricordato che il Santo è davvero "mitico", nel senso più proprio del termine. Vi sono seri dubbi sulla sua esistenza e ancor più sulla autenticità delle reliquie e, su queste ultime, non solo da un punto di vista chimico-fisico ma anche storiografico, essendo le fonti molto tarde, apologetiche e quindi poco credibili, tanto che la Chiesa non osa ancor oggi sbilanciarsi gridando al miracolo, ma si limita a definire la liquefazione un prodigio non ancora spiegabile, specie se non viene dato il permesso di fare analisi scientifiche serie. Comunque sia Napoli che il suo popolo insorgono a protezione della festa del santo patrono, anche perché i quaquaraquà governativi non si sono fatti problemi ad eliminare le feste patronali, tutte, tranne quelle di San Pietro e Paolo a Roma; sia mai che si adiri il Papa. E allora ecco spuntare il Masaniello di turno, anzi la "Masaniella" tale Caterina Miraglia, assessore regionale che decide di salvare la festa e quasi ispirata da Calliope dallo Spirito Santo proclama:
La Regione vuole privilegiare la festa di San Gennaro. Senza essere banali, per un motivo molto semplice: ha un significato fortissimo, ha un valore catartico, ogni uomo, il 19 settembre, si piega ed è finalmente più piccolo dinanzi alla grandezza. È una parte costitituente la nostra vita. 
Senza essere banali, naturalmente.
Tutto finito? Neanche per idea, perché i i dilettanti allo sbaraglio non stanno solo al governo purtroppo, ma infestano tutto l'emiciclo politico. Infatti mentre si aumentano le tasse e si taglia di tutto, dai servizi ai cittadini ai tagli dei costi della politica (!) un deputato parlamentare del PD, tale Iannuzzi alimenta la polemica: perchè salvare solo San Gennaro?
D'altra parte:
La festa patronale è profondamente incardinata nel sentimento religioso ed identitario delle comunità locali, non si può decidere di «salvare» solo quella di San Gennaro. Anche nelle comunità più piccole la festa patronale è un momento molto sentito, vissuto con grande partecipazione: è giusto conservarle tutte.
Ma sì, ad ognuno i suoi privilegi: a noi credenti e non, le feste patronali e a loro, ai politici, i pingui emolumenti.
Mica finita: la Miraglia, non si scompone, inflessibile va per la sua strada:
San Gennaro lega la sua giornata anche al miracolo, gli altri santi non hanno questo valore aggiunto.
Ohibò, e pensare che si diventa santi solo a seguito di miracoli e che è la Chiesa in primis a dire che la liquefazione non di miracolo si tratta ma, come detto, di prodigio, peraltro con un contorno di superstizione decisamente sacrilega.
Ma le critiche piovono, è il caso di dirlo, da tutti i campanili, e infatti anche un consigliere comunale del PdL salernitano che minaccia:
E' evidente che se la festa di San Gennaro sarà inserita nel calendario scolastico regionale noi inviteremo i dirigenti scolastici salernitani ad inserire la solennità di San Matteo tra i giorni festivi.
E allora mi accodo anche io, per bacco: che nessuno mi tocchi Halloween!
Scherza con i fanti ma non toccare i santi
Ops, volevo dire Ognissanti...

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