Schiavitù e rivoluzione

Creato il 19 aprile 2013 da Ilcasos @ilcasos
Al centro di quest’incontro, continuando il nostro ciclo un po’ irregolare sulla violenza politica, abbiamo il caso della Rivolzuione che ha dato i natali ad Haiti, nell’isola di Hispaniola colonia passata da un impero europeo all’altro. Parlandone con Giulia Bonazza (dottoranda all’Università di Venezia) e Irene Fattacciu (post-doc dell’European University Institute), cercheremo di analizzare alcuni dei punti focali più interessanti a partire dalla ricezione della rivoluzione di Santo Domingo a Parigi, attraverso le parole del creolo Milscent.

Dove: Aula Gambi, complesso di S. Giovanni in Monte, (P.zza S. Giovanni in Monte 2, Bologna >mappa)
Quando: lunedì 22 aprile 2012, ore 16.00

Clicca sull’immagine per scaricare il volantino

Milscent è un creolo schiavista di Santo Domingo, costretto a fuggire a Parigi nel 1790 per aver sostenuto la battaglia politica dei liberi di colore contro i coloni bianchi. Colono lui stesso, nelle sue terre viene impiegata manodopera schiavile, di cui lui è proprietario. Ma dal suo giornale, «Le Créole patriote», si può ricostruire la parabola politica che lo porta ad essere un abolizionista tout court. A Parigi pubblica notizie di primo piano sulla rivoluzione di Santo Domingo, come ad esempio la lettera dei capi schiavi insorti Jean François, Biassou e Belair di cui si fece strenuo sostenitore.

Attraverso la sua figura, proveremo a mettere in luce alcuni dei nodi problematici che riguardano l’interconnessione di due rivoluzioni scoppiate a fine Settecento ai due alti dell’Atlantico: la Rivoluzione francese e quella, meno nota, di Santo Domingo/Haiti. A partire dalla prima abolizione della schiavitù in Francia (decreto del febbraio 1794), importantissima cesura giuridica e politica, cercheremo di indagare il rapporto che su questo tema si è instaurato fra madrepatria e colonia, cercando di fuggire ogni eurocentrismo: quanto ha influito la corrente antischiavista francese nella rivolta schiavile di Santo Domingo? Quali sono i fondamenti teorici del decreto del ‘94? Quale la portata globale dell’esperienza dominicana?

Una cosa è certa: la Rivoluzione di Santo Domingo non è una semplice appendice della più famosa Révolution. È un fatto rivoluzionario «specifico» (Césaire), una «forza autonoma» (Geggus) capace di agire come elemento di radicalizzazione, secondo meccanismi di influenza reciproca e dialettica con Parigi.

Interverranno:

  • Giulia Bonazza (dottoranda all’Università di venezia), La rivoluzione di Santo Domingo vista da un colono creolo
  • Irene Fattacciu (post-doc dell’European University Institute), Schiavitù e “Storia Pubblica”: rappresentazione e memoria in prospettiva transnazionale

Al solito, durante l’incontro distribuiremo un volantino di bibliografia (a breve scaricabile anche su questo sito) e pubblicheremo le registrazioni audio del dibattito.

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