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SCHMIDT | Black Roses

Creato il 28 novembre 2013 da Exsisto

schmidt-femme-schmidt-coverHo ricominciato a scrivere questo post almeno quattro volte perché, dopo così tanto tempo e dopo alcune vicende personali che mi sono accadute in questi mesi, avevo la sensazione di dover iniziare raccontandovi qualcosa che spiegasse questa lunga latitanza, ma più ci provavo e più mi rendevo conto che il risultato non era assolutamente significativo e soprattutto aveva ben poco a che fare con questo blog. Quindi alla fine ho deciso di darci un taglio (magari prima o poi ne parlerò altrove) e rivolgere la mia attenzione unicamente al frammento… ma anche qui i problemi si sono subito fatti sentire, in primo luogo perché il pezzo e la cantante che ho scelto a quanto pare sono così “di nicchia” che non esiste in circolazione un video ufficiale del brano in questione (per cui dovrete farne a meno) se non una versione live di qualità decisamente bassa (e vi consiglio di guardarla eventualmente solo dopo aver ascoltato il brano presentato al fondo del post), il che mi ha fatto dubitare che la scelta fosse quella più opportuna.

Eppure, più lo ascoltavo, più mi sembrava che potesse trattarsi di una proposta interessante.

Inoltre in questi ultimi giorni molte “distrazioni” musicali si sono insinuate fra me e la realizzazione di questo post portandomi a riflettere sull’eventualità di cambiare soggetto… una su tutte il progetto di Pharrell Williams (quello che canta con i Daft Punk il pezzo che Valeria non aveva mai sentito – per sapere di cosa parlo leggere i commenti a questo post) con il video musicale del suo ultimo brano “Happy” della durata di 24 ore (!!!), che da ormai una settimana sto guardando un po’ alla volta e che, di conseguenza, mi ritrovo di continuo a canticchiare (e si lo ammetto, quando nessuno guarda, lo ballo anche).

Ma alla fine, nonostante tutto, ho deciso di proseguire sull’idea iniziale, ed ecco quindi come sono andate le cose…

L’ANTEFATTO

Non so se lo avete già capito, ma sono un tipo abbastanza abitudinario, per cui nel tragitto in auto casa-ufficio e ufficio-casa ascolto sempre la radio e, muovendomi più o meno sempre negli stessi orari, mi ritrovo ad ascoltare sempre le medesime trasmissioni (senza voler fare pubblicità a nessuno, vi dico che al mattino la trasmissione ha a che fare con dei roditori golosi di carote e dalla voce possente e al pomeriggio, a seconda dei casi, con un numero a tre cifre che però può essere letto anche come affermazione denigratoria, oppure con il marchio di un’azienda produttrice di macchine per costruzioni), ma alle volte accade che per qualche motivo l’orario sia diverso dal solito e così un paio di settimane fa sono incappato in una trasmissione differente che si occupa di musica e, per quello che ho avuto modo di sentire, propone roba parecchio interessante (appunto mentale numero 1: recuperare i podcast o almeno le playlist di Po-xxxxx-ner).

E così nel bel mezzo del traffico cittadino eccomi improvvisamente attento all’ascolto di un brano decisamente trascinante che alla fine dell’esecuzione è stato presentato come “Boom Boom” di una tale Schmidt…

…CHI

Inutile dire che il nome mi era del tutto sconosciuto, ma per fortuna esiste Wikipedia per cui appena giunto a casa mi sono fiondato sul PC e ho scoperto trattarsi di una ventitreenne tedesca con all’attivo solo un EP ed un album uscito nel 2012 dal titolo “Femme SCHIMDT” (e si, perché il nome d’arte della ragazza va scritto rigorosamente tutto in maiuscolo). Essendo tedesca, la pagina wiki in inglese a lei dedicata è assai scarna (fra i fatti salienti della sua vita si limita a citare un suo presunto flirt con Hugh Grant) e visto che io il tedesco lo mastico poco, non è che abbia molto altro da dirvi su questa signorina (a parte che è decisamente una gran bella figliola), ma voi ovviamente avrete già capito che sono andato subito ad ascoltarmi tutto l’album su un noto sito di streaming audio (appunto mentale numero 2: smettere di usare perifrasi per evitare di fare nomi e provare invece a farsi pagare per il product placement all’interno del blog)…

…CHE COSA

L’album si è rivelato essere una gradita sorpresa: oltre all’esca “Boom Boom” che mi aveva attirato inizialmente ci sono diversi pezzi che meritano l’ascolto a partire da “Heart Shaped Gun” per proseguire con “Under My Heart”, “In the Photo Booth”, “Defenceless” e in sostanza praticamente tutti i brani di questo lavoro mi sono piaciuti parecchio (come non capitava probabilmente dai tempi di Lana Del Rey – se ce ne fosse bisogno, aggiornatevi qui, qui e qui). Pur essendo accomunati da uno stile di fondo, che il produttore del disco Guy Chambers definisce pop noir, nei vari pezzi ci sono molte sfumature diverse che vanno dall’allegria e ironia alla malinconia e introspezione.

Su tutte, però, la track che da subito mi ha folgorato è “Black Roses”… sarà stata l’introduzione di pianoforte (uno dei miei punti deboli, lo ammetto) oppure sarà la struttura anomala che dopo le strofe inserisce un bridge con sottofondo di archi prima dell’inciso (e sono quasi certo che anche Alex la troverà interessante), sta di fatto che davvero questo brano mi piace tanto tanto tanto.

…IL FRAMMENTO

La scelta del frammento da proporre è caduta proprio sulla “anomalia” di cui parlavo prima, ovvero il bridge con sottofondo di archi presente fra le strofe e l’inciso, che crea un passaggio inatteso e quindi, secondo il mio punto di vista, piacevolmente sorprendente fra l’atmosfera malinconica, quasi cupa (o forse sarebbe più giusto dire per l’appunto “noir”) della strofa e “l’ampio respiro” dell’inciso stesso. In particolare ciò si rivela vero nella prima occasione in cui questo passaggio si presenta e quindi per la precisione al minuto 1:10. Per farvi meglio apprezzare il contrasto fra i tre momenti del brano, il frammento che ho tagliato va dal minuto 0:56 al minuto 1:53, ovvero la fine dalla prima strofa, il bridge e il primo inciso.

CONCLUSIONI

Alla fine, nonostante tutte le operazioni di revisione e riscrittura, sembra proprio che io ce l’abbia fatta ad arrivare in fondo a questo post e, anche se magari non si tratterà di un pezzo che potrà essere candidato al Pulitzer, sappiate che, oltre ai problemi elencati all’inizio, mio padre è rimasto chiuso nell’autolavaggio… ho il gomito che fa contatto con il piede… e comunque mi sono impegnato parecchio (appunto mentale numero 3: qualora vincessi il Pulitzer ricordarsi di invitare Valeria e Alex alla cerimonia) (appunto mentale numero 4: smettere di prendere appunti mentali).

A questo punto le cose che rimangono da dire sono sostanzialmente solo due:

1) Se “Black Roses” vi è piaciuta (ma anche se non è così), e qualora non lo aveste ancora capito del tutto, vi consiglio vivamente l’ascolto dell’intero album della SCHIMDT perché a mio giudizio merita davvero. Piccolo quiz per chi seguirà il mio consiglio: musicalmente parlando, cosa vi ricorda il brano “Alain Delon”?

2) Valeria, adesso non puoi più accampare scuse o giustificazioni che tengano: il prossimo post DEVI farlo tu!

…and we try to make it perfect as love…

Il frammento

Il link al brano completo

VOTO

Lo so che non è bello dare i mezzi voti, però per me sarebbero 4,5 stelle… con falsa modestia arrotonderò al ribasso.


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