Harald Toni Schumacher, portiere della nazionale tedesca negli Anni 80, è il protagonista ad honorem dell'appuntamento "Venerdì con i baffi" del blog Ama la Maglia. Lo ricordiamo in sei stagioni come numero uno della Germania Ovest: agli Europei del 1980 vinti in Italia, ai Mondiali 1982 e 1986 persi in finale contro Italia e Argentina. Del portiere Schumacher, a differenza dell'eterna riserva Giulio Nuciari, ci ha colpito un interessante dettaglio cromatico oltre al baffo tipicamente vintage soprattutto nel Mundial 1982 (poi il baffo è andato e venuto).
Schumacher, portiere che non ha vinto il Guanto d'oro nel 1986 perché non esisteva ancora il premio ma è arrivato secondo in quello del Pallone d'oro dei Mondiali dietro Diego Armando Maradona, aveva un colore considerato portafortuna: quello blu chiaro delle sue maglie sfoggiate spesso con il Colonia e con la Germania Ovest.
Con la divisa blu Toni Schumacher ha vinto l'Europeo del 1980 e condotto una trionfale cavalcata ai Mondiali di Spagna del 1982 fino alla semifinale. Poi un aneddoto raccontato dal libro "Undici Metri - Arte e psicologia del calcio di rigore" di Ben Lyttleton (Tea Editore) e ripreso dal blog Alla fine del primo tempo dedicato proprio ai portieri.
Siamo a Siviglia il giorno 8 luglio del 1982. La Germania Ovest sta partendo dall'hotel in direzione dello stadio dove in serata affronta la Francia nella seconda semifinale del Mondiale spagnolo (nella prima l'Italia ha battuto la Polonia qualificandosi come prima finalista). Schumacher e insieme ai compagni di squadra Klaus Fischer e Pierre Littbarski e alcuni turisti rimane bloccato per quindici minuti in ascensore a causa di un guasto tecnico.
Il portiere, noto per avere un carattere decisionista in campo e fuori, tenta di uscire aprendo le porte ma trova davanti ai suoi occhi il muro. I tre raggiungono la squadra sul bus in notevole ritardo sulla tabella di marcia e con l'adrenalina oltre soglia. Nella fretta Schumacher dimentica la maglia da portiere blu, che aveva usato fino a quella partita, sul pullman ed è costretto a cambiarla in corsa con quella rossa. Ironia: la stessa del collega francese Jean-Luc Ettori (tutte e due le nazionali erano sponsorizzate adidas).
La partita viene ricordata come quella di Schumacher portiere bastardo che, in un'uscita spericolata, manda in ospedale il francese Patrick Battiston. Poi l'estremo della nazionale tedesca è protagonista nella serie finale di calci di rigore regalando la finalissima alla Germania Ovest. Ma nell'ultima partita a Madrid veste ancora la maglia rossa e perde.
Stessa storia quattro anni più tardi in Messico nel 1986. Cavalcata con molte sofferenze della Germania Ovest fino alla semifinale dove ritrova la Francia. Toni Schumacher, sempre vestito con la maglia blu chiaro (tranne contro la Scozia che è blu), cambia e indossa il giallo per non confondersi con i francesi (e forse memore del rosso lo evita). I tedeschi vincono e in finale trovano l'Argentina di Diego Armando Maradona. Anche in questa edizione dei Mondiali il portiere tedesco continua a indossare la maglia gialla e perde la finalissima. Tre gol incassati dall'Italia del baffuto difensore Beppe Bergomi e tre gol incassati dagli argentini capitanati dal Pibe de Oro.
Se vogliamo due ko in finale consecutivi lasciando il colore della maglia da portiere portafortuna per Schumacher - però sempre della stessa marca: adidas - contro due nazionali vestite dallo stesso sponsor tecnico: Le Coq Sportif nel 1982 e Argentina nel 1986.
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