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Sci: cos’è cambiato con i nuovi materiali?

Creato il 30 ottobre 2012 da Olimpiazzurra Federicomilitello @olimpiazzurra

Le gare di Sölden erano molto attese non solo per avere una prima panoramica sullo stato di forma di gigantisti e gigantiste, ma anche per poter vedere finalmente all’opera i nuovi materiali di cui si è tanto discusso negli ultimi due anni. Dimensioni e raggio di curvatura aumentati, sia tra i ragazzi sia tra le ragazze, sono state le innovazioni imposte dalla FIS (http://www.olimpiazzurra.com/2012/10/sci-alpino-e-lora-dei-nuovi-materiali/) tra mille polemiche.

I fatti hanno parzialmente confermato le attese. Con questi sci qualcosa è cambiato, ovvio, ma non c’è stata quella rivoluzione totale, o quel ritorno al passato-soprattutto sul piano stilistico-da molti temuto. Sicuramente, questi materiali rendono particolarmente difficile la correzione di un errore: sfruttando le accentuate sciancrature dei modelli in uso sino alla scorsa stagione si poteva infatti rimediare, con un certo “gioco di gambe”, ad ogni sbavatura in tempi piuttosto rapidi, mentre la maggiore lunghezza in vigore da quest’anno fa sì che l’atleta si porti dietro l’errore per qualche porta in più, compromettendo la propria performance sul piano cronometrico. Viene dunque richiesta una maggiore centralità nella posizione, cosa che Ted Ligety e Manfred Moelgg, per fare due esempi, hanno adottato perfettamente, portando a termine gare, pur con tempi diversi, davvero eccellenti. In generale, serve avere più forza fisica nelle gambe ma anche nella schiena, perché la conduzione risulta meno agevole che in passato: non a caso,  i preparatori atletici della nazionale italiana hanno parzialmente modificato le metodologie di allenamento per puntare su gruppi muscolari in passato meno sollecitati.

Comunque, c’è anche da dire che le condizioni di Sölden, con neve freschissima in particolare nella prova maschile, erano del tutto particolari: sarà interessante vedere come reagiranno questi nuovi materiali su un fondo più duro o addirittura barrato. Si può infine ipotizzare che gli atleti e le atlete di una certa esperienza, dunque non i nativi della generazione carving, bensì quelli che hanno utilizzato sci “tradizionali” almeno nelle categorie giovanili, siano leggermente avvantaggiati: in realtà, il talento e la classe degli sciatori emergeranno contestualmente alle loro capacità di adattamento alle nuovi condizioni, e i valori in campo non dovrebbero poi risultare totalmente stravolti rispetto alle stagioni precedenti.

foto tratta da sportnews.bz

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OA | Marco Regazzoni

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