La Commissione Europea ha lanciato una campagna per incoraggiare le giovani ragazze ad intraprendere studi scientifici. Lo ha fatto proponendo un video e un sito.
Il video ha sollevato numerose critiche ed è stato ritirato. In effetti mostra un tecnico di laboratorio distratto dal suo lavoro da ragazze che sorridono ammiccanti, e propone una similitudine fra gli accessori da laboratorio e quelli per il trucco. In pratica invece che distruggere certi stereotipi, ne veicola altri. Capisco la necessità di avvicinarsi alle più giovani, ma puntare solo su trucchi, tacchi vertiginosi e sorrisini sexy denota oltre che una mancanza di fantasia, l’aspettativa che a una giovane studentessa interessi solo quello, e che solo su quello si possa fare leva per catturare la sua curiosità. Ne hanno parlato fra gli altri anche il Washington Post, il Telegraph, Nature, e Scientific American. Un vero peccato perchè invece le intenzioni della campagna sono buone, così come bello è il sito ufficiale.
Trovo fra l’altro che l’idea della scritta con il rossetto nel logo non sia male, in fondo se vuoi attirare delle ragazze è giusto anche utilizzare un’immagine “frivola”… purchè dietro però ci siano dei contenuti e una sostanza. E i contenuti sul sito ci sono e molto ben strutturati.
La grafica della homepage è accattivante e giovanile, le pagine si articolano secondo 3 argomenti:
- Profiles of women in science (Profili di donne nella scienza);
- Six reasons science needs you (6 ragioni per cui la scienza ha bisogno di te);
- Dream jobs (Lavori da sogno).
Il sito propone 6 campi in cui la scienza e il progresso oggi hanno bisogno di insistere:
1. Health, demographic change and wellbeing (Salute, cambiamenti demografici e benessere);
2. Food security, sustainable agriculture and the bio-economy (Sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile e bio-economia);
3. Secure, clean and efficient energy (Energia sicura, pulita ed efficiente);
4. Smart and clean transport (Trasporto intelligente e pulito);
5. Climate action, resource efficiency and raw materials (Azione per il clima, efficienza delle risorse e materie prime);
6. Innovative and secure societies (Società innovative e sicure).
Vengono illustrate quindi le sfide proposte nei vari campi, sottolineando come ogni contributo possa fare la differenza grazie a capacità quali la creatività e l’immaginazione, ed elencati una serie di ruoli (i “lavori da sogno”) all’interno di ciascuna area di interesse che vanno dall’ingegnere biomedico al climatologo, dal geologo al biologo marino, dall’agronomo all’ingegnere aerospaziale, e così via.
La pagina che preferisco però è quella che riguarda le storie di alcune donne nella scienza: ce ne sono 12, di cui 6 studentesse e 6 ricercatrici, che raccontano con entusiasmo la loro esperienza, la loro passione per la scienza e la ricerca, le loro vite e le loro scelte. Questi video mostrano 12 donne assolutamente normali, con una vita normale fatta oltre che di studio e lavoro, anche di sport, hobby, famiglia. E perchè no, belle e femminili. Queste donne si discostano dal modello di scienziata che i nostri media in genere propongono, ovvero una donna che per la scienza ha sacrificato se stessa e la sua femminilità, e fra di loro troviamo ben due italiane: la prima è Ilaria Capua, virologa e veterinaria dell’IZSVe di Padova, l’altra è Nadia Berloffa, studentessa di Ingegneria all’università di Trento. Di questi video mi piace citare alcune frasi: la prima è di Lisa Schowe, studentessa di Matematica, Fisica e Filosofia all’università di Munster “What’s my drive behind these studies? I just look at the world, I want to understand it!” (Qual’è la mia spinta dietro a questi studi? Semplicemente guardo il mondo, e voglio capirlo!); la seconda è di Ilaria Capua “Many men are surprised but i like surprising them, not only intellectually but also by showing that an italian woman, who is also a research fellow, can be pleasant and elegant” (Molti uomini sono sorpresi ma mi piace sorprenderli, non solo intellettualmente ma anche mostrando che una donna italiana, che è anche una ricercatrice, può essere piacevole ed elegante); l’ultima è di Silke Buhler-Paschen, Fisico alla Vienna University of Technology, “When working with girls, I have observed that they tend to be extermely tenacious. When there is anything they get in their head to do, they accomplish it, because they keep it on until they succeed” (Lavorando con le ragazze, ho osservato che esse tendono ad essere estremamente tenaci. Quando c’è qualcosa che hanno in testa di fare, la realizzano, perchè insistono finchè non hanno successo). Ma i video meritano di essere visti tutti, uno per uno.
Per concludere, il trailer di presentazione è stato ritirato, ma oltre ad essere costato chissà quanti soldi ha offuscato una campagna molto valida e meritevole. E’ importante invece che si capisca che se si vuole combattere uno stereotipo, in questo caso quello della scienziata fuori dalla realtà e anche un po’ befana, non bisogna puntare sullo stereotipo opposto, ovvero quello della ragazza sgallettata che pensa solo a rimorchiare. In fondo, basta raccontare solo le cose per quello che sono: il mondo scientifico è molto affascinante, così come le donne che ne fanno parte.