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Scienza, Filosofia e laboratori

Creato il 30 novembre 2012 da Losgherro

Tra gli elementi che continuano a distinguere e differenziare strutturalmente la Scienza (moderna) dalla Filosofia (di ogni tempo) si collocano senza dubbio anche i ‘laboratori‘: la Scienza moderna non solo si fa ‘con le mani‘ si fa anche ‘in laboratorio‘!

Mentre per ‘filosofare’ non ci sono ambienti strutturalmente ‘privilegiati’, poiché ciascuno interroga se stesso dove e quando meglio lo aggrada (chi in montagna, chi in spiaggia, chi sul divano… ecc.), per ‘fare ricerca scientifica’ sono necessari i ‘laboratori’ (chimici, fisici, biologici…) poiché la realtà che si va ad interrogare circa le proprie ‘caratteristiche’ (funzionali) ha la necessità di essere in qualche modo ‘gestita’ e -soprattutto- monitorata e misurata.
Ciò vale anche per le Scienze e Discipline ‘umanistiche‘. Esse pure hanno i propri ‘laboratori’: le Biblioteche e gli Archivi (senza trascurare gli ‘scavi’ ed altro che sia in grado di offrire ‘fonti’ alla ricerca).

D’altra parte: chi ‘filosofa’ e chi studia un filosofo compie due attività radicalmente diverse.
Chi studia un filosofo (ma qualsiasi ‘autore’) compie una “attività di laboratorio“, poiché sottolinea, scheda, collega, interroga, relaziona, cercaverifica…  non meno e non diversamente da un biologo o da un chimico.
E fa ciò seguendo ed applicando esattamente le stesse ‘regole’ e gli stessi criteri e principi: le “tabulae baconiane” (praesentiae, absentiae, graduum).
Una volta terminata la compilazione delle Tabulae (creazione dei ‘dati’ secondo l’ipotesi di ricerca) si procede al “cross experiment“: la prova dell’incrocio dei ‘dati’ così individuati per ‘vedere’ cosa ne emerge… aiutando l’induzione a ‘sospettare’ e scoprire relazioni, connessioni, dipendenze, causalità e a configurarne e disegnarne la ‘rete’ (J.S.Mill).
Esattamente in ciò sta e si realizza la Scienza moderna, anche non-naturalistica.

 



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