E’ una fabbrica del futuro, il laboratorio di nanotecnologie che si inaugura nell’universita’ di Roma La Sapienza, dove fisici, biologi e ingegneri lavorano fianco a fianco manipolando fasci di elettroni per studiare, modellare e scolpire materiali 1000.000 volte piu’ piccoli di un capello. Si chiama Laboratorio per le Nanotecnologie e le Nanoscienze (Snn-Lab) ed e’ equipaggiato con attrezzature dal costo di 2 milioni di euro, interamente finanziato con fondi pubblici.
”Qui facciamo tantissima ricerca di base, ma seguiamo anche tanti progetti da parte di enti istituzionali, come la Regione Lazio e il ministero per l’Istruzione, l’università e la ricerca”, spiega la direttrice del laboratorio, Sabrina Sarto. A rendere unico il laboratorio, prosegue, e’ la sua capacita’ di riunire la capacita’ di osservare gli oggetti del nanomondo con quella di manipolarli. Questi materiali centinaia di volte piu’ piccoli rispetto alla lunghezza d’onda che l’occhio umano e’ in grado di percepire possono ”dialogare” con organismi al confronto giganteschi, come cellule di lievito o come il verme piu’ studiato dai genetisti, la Caenorhabditis elegans, per osservare se i nanomateriali sono o meno pericolosi per gli esseri viventi.
I progetti ai quali i circa 200 ricercatori dello Snn Lab stanno lavorando sono finanziati da istituzioni, come il ministero per l’Istruzione, l’universita’ e la ricerca, l’Unione Europea o la Regione Lazio, quest’ultima interessata soprattutto al trasferimento tecnologico dei risultati alle imprese del territorio. ”Non bisogna soltanto toccare e capire come sono fatte le nanostrutture, ma si tratta di costruire”, osserva Sabrina Sarto. ”Anziche’ il tornio, qui usiamo tecnologie concettualmente simili, ma fatte di fasci di ioni in modo da modificare materiali alla risoluzioni di uno o due milionesimi di metro”.
Tante anche le aziende interessate ai nuovi materiali che possono essere costruiti in questo laboratorio: da quelle aerospaziali e specializzate dei radar, a realta’ piu’ piccole, come quelle produttrici di materiali per parrucchieri interessate ad analizzare la qualita’ dei capelli naturali utilizzati per le extension.
Tra i materiali allo studio nello Snn Lab molti sanno di futuro, come i tessuti equipaggiati con sensori capaci di riconoscere sostanze nocive, che potrebbero essere utilizzati per fabbricare tute o giubbotti al servizio della siocurezza del lavoro. Si lavora anche ai vetri trasparenti e irriconoscibili da quelli utilizzati nelle normali finestre, ma capaci di proteggere dai campi elettromagnetici, così come di impedire al calore di entrare o uscire. Le celle solari, poi, potrebbero diventare molto piu’ efficienti grazie ai nanofili di silicio capaci di aumentare la superficie esplosta alla radiazione solare. (Ansa)