Il Grande Nulla mi ha convocato alla visita medica periodica per il controllo dello stato di salute dei lavoratori. La dottoressa mi ha fatto alcune domande. Ha iniziato chiedendomi: “Come stai?” Le ho risposto: “Bene”. L’ho trovata una domanda un po’ imbarazzante. Una di quelle domande difronte alle quali, se avessi avuto quattordici anni, non avrei saputo trattenere un risolino idiota. Perché da un medico che deve farti una visita completa non ti aspetti che esordisca chiedendoti “Come stai?” Voglio dire, una risposta sensata sarebbe stata: “È compito tuo dirmi come sto”. E invece, dopo l’iniziale perplessità, ho pensato che quello fosse un buon modo per iniziare una visita di controllo. E ho pensato anche che la sua vera domanda fosse in realtà: “Come pensi di stare?” Insomma, ho fatto questa visita. A un certo punto la dottoressa mi ha invitato a infilare la faccia nello strumento per la misurazione della vista. Prima però mi ha chiesto: “Scrivi mai al computer?” Ci ho pensato un attimo, poi ho risposto: “Sì, ma solo delle sciocchezze”.
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