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“Sciocco Billy” di Anthony Browne, Donzelli

Da Federicapizzi @LibriMarmellata

sciocco-billycopIncubi, tristi pensieri, paure, brutte fantasie…nonostante ciò che l’immaginario contemporaneo collettivo vorrebbe artificialmente farci credere, l’infanzia non è affatto un periodo di ottimismo e serenità perpetua.
Ciascuno che abbia dimestichezza con i bambini sa quanto possa essere difficile, talvolta, pur con le rassicurazioni, tirarli fuori dai loro timori, dalle inquietudini che, sovente, vanno a braccetto con le ore serali, quando l’arrivo del buio e il necessario distacco dai genitori possono creare mostri difficili da sconfiggere.

E’ ciò che accade a Billy, piccolo protagonista dell’albo del celebre e fortunato autore illustratore inglese Anthony Browne dal titolo, appunto, “Sciocco Billy” (Donzelli editore)

Ma Billy è tutt’altro che sciocco. E’ un bambino nel quale tanti potranno riconoscere i propri: sensibile, dall’indole meditabonda e la fertile fantasia. Tanto che ogni sera, nel suo letto, viene sopraffatto da pensieri inquietanti.

Nell’età infantile non è ancora sviluppata quella capacità, dovuta sia alla maturazione che all’esperienza, che permette di razionalizzare e di addomesticare le paure. Sul terreno feritile dell’immaginazione tutto diventa possibile, perfino che si animino eserciti di scarpe da ginnastica o che si possa venir rapiti da uccelli giganteschi.

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Per Billy la situazione peggiora quando è costretto a dormire fuori casa perché, si sa, un territorio meno noto fomenta la paura. Così quando si trova a passare la notte dalla nonna diventa ancora più irrequieto.

Ma l’anziana signora, dalle fattezze esattamente da personaggio nonnesco – imbiancato, tondo e rassicurante – ha in serbo una sorpresa per l’amato nipotino. Una serie di colorati pupazzetti di stoffa, semplici e stilizzati, chiamati pupazzetti scacciapensieri

I pupazzetti scacciapensieri – che apprendiamo poi alla fine del libro sono oggetti della tradizione guatemalteca – vengono in aiuto di tutti i bambini che faticano a dormire perché sopraffatti dai propri brutti pensieri. Basta raccontar loro, prima che la luce si spenga, ogni timore e questi piccoli e simpatici personaggi se ne prenderanno carico, liberando così il bimbo dalla sua inquietudine.

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E così è. Billy affida ai pupazzi le sue inquietudini e – finalmente! – dorme sereno e rilassato…Almeno fin quando un dubbio non lo porta a riflettere: come potranno mai riposare i suoi poveri amici di stoffa costretti a gestire tutti quei brutti pensieri?

Ma Billy ha una soluzione perfetta! Con gran lena e determinazione si mette al lavoro per confezionare dei piccoli pupazzetti scacciapensieri per i suoi pupazzetti scacciapensieri, cosicché anch’essi abbiano la possibilità di demandare ad altri la cura e la gestione delle loro paure.

Tralasciando la domanda che sorge spontanea – chi si prenderà carico dei brutti pensieri dei pupazzetti dei pupazzetti? – e che richiederebbe una gestione ricorsiva e infinita del racconto, trovo che la chiusa di questo splendido albo sia allo stesso tempo tenera, geniale e necessaria.

Geniale perché spiazza, necessaria perché invita ad inquadrare il proprio punto di vista – e quindi i propri problemi – in un’ottica più ampia non dimenticando che mentre si chiede accoglienza non bisognerebbe mai dimenticare di essere chiamati a darne.

Una storia, quindi, rassicurante, positiva, nella quale a fronte di un problema le soluzioni si trovano, nella quale è presente una persona affettiva – la nonna – capace di offrirne di concrete senza sminuire, là dove le sole rassicurazione non bastano. E nella quale, ancora, il bambino, una volta sostenuto, è capace a sua volta di sostenere.

Browne è maestro dell’illustrazione e in quest’albo rivela ancora una volta la sua grande dote di narrare per immagini. Tutto in Browne è narrazione, dai colori scelti ai disegni, dalle ambientazione alla costruzione della pagina, con la disposizione precisa di immagini e testo.
Il testo è netto e semplice, separato dalle figure, vera scena della storia. Queste ultime raccontano molto di più di ciò che mostrano, suscitando nel lettore umori e stati d’animo.
Come non sentirsi ad esempio sopraffatti da un senso di solitudine e di oppressione nell’osservare Billy nel letto enorme della casa della nonna, dove quadri, carta da parati e arredi appaiono freddi e austeri?

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Vivacissimi gli sfondi, invece, come anche il lettering del titolo – gigantesco in copertina – quasi ad annunciare le tinte allegre e accese dei piccoli deus-ex-machina del racconto.

Un albo a mio parere da non perdere, uno dei lavori che ho più apprezzato di Browne. Peccato solo per il titolo, secondo me un poco fuorviante rispetto all’attenzione che l’autore manifesta poi, fattivamente, per l’animo infantile. Che poi nel libro non c’è nessuno che dia dello sciocco a Billy…

(età consigliata: dai 4 anni)

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