Sciopero calciatori, ennesima pagina nera per il calcio italiano

Creato il 27 agosto 2011 da Lunastorta79 @marcobeltrami79


Fonte: Go-Bari.it

Bari - L'unica certezza è che la prima giornata del massimo campionato di calcio italiano non si giocherà e slitterà probabilmente a dicembre. Questo il frutto del mancato accordo tra la Lega Serie A presieduta da Maurizio Beretta e l'Associazione Italiana Calciatori con a capo Damiano Tommasi. Per il resto un alone di confusione, indignazione, delusione e rabbia fa da contorno ad una vicenda che scuote il mondo degli appassionati dello sport più bello del mondo; con l'ulteriore sensazione che il calcio giocato sia ormai solo uno degli ultimi aspetti in un panorama troppo commerciale: interessi a non finire ormai ruotano intorno all'universo pallonaro.

Proprio loro, i tifosi, sono quelli che sicuramente ci rimettono maggiormente da questa vicenda: dopo un'attesa durata un'intera estate, vissuta tra calciomercato, speranze e frenetiche diatribe, dovranno mettersi l'anima in pace, rimandando l'appuntamento al prossimo week-end (sempre pregando che lo stop non si prolunghi). L'oggetto della discordia è rappresentato in particolare da 2 articoli del famigerato contratto collettivo che i calciatori vorrebbero modificare, scontrandosi frontalmente con la volontà della Lega che tutela le società di Serie A. In primis l'articolo 7: i club vorrebbero avere la possibilità di impostare allenamenti differenziati per i giocatori ritenuti "in esubero". Questa situazione ovviamente non è assolutamente gradita ai calciatori: all'interno delle rose, secondo quanto ribadito da Tommasi, si formerebbero due schieramenti, uno composto da players più importanti e l'altro formato da quelli reputati, diciamo così, non utili alla causa. Una divisione che spingerebbe inevitabilmente quest'ultimi a lasciare la squadra incidendo profondamente sulle scelte relative ad ingaggi, contratti ecc. Ovviamente il tutto nasce, a monte, dalla notevole crisi del calcio e del mercato italiano non più prestigioso come negli anni scorsi: tanti club della nostra Serie A, ma anche e con risultati ancor più critici delle serie inferiori, non riescono a smaltire e sfoltire le proprie rose sempre più piene di giocatori che non trovano spazio.

L'altro articolo, il numero 4 è quello legato alla famigerata tassa di solidarietà: una questione a dir poco spinosa che sta davvero sollevando un vero e proprio polverone di polemiche. Il famoso contributo, dovrebbe essere versato nelle casse dello Stato dai calciatori che, ovviamente, nonostante le parole dello stesso Tommasi ("Si esca dall'equivoco - ha voluto chiarire il presidente dell'Aic- nessun calciatore ha mai detto che non pagherà il contributo di solidarietà. Si è trattato solo di un polverone strumentale sollevato contro la nostra categoria. Quando sarà applicabile, i calciatori non avranno problemi a pagare questa tassa come hanno sempre fatto nei tempi e nei modi previsti dalla legge.) vorrebbero rimandare l'onere alle società. Tra l'altro quasi tutti i contratti dei big del nostro calcio, sono fatti al netto, il che significa che le imposte sono pagate dai club. Ora, dal canto loro, le società sono obbligate a svolgere il proprio ruolo di sostituto d'imposta avvalendosi della possibilità di trattenere sullo stipendio anche il contributo di solidarietà. Se però il contratto fa riferimento ad un ingaggio al netto, è quantomeno ovvio ipotizzare un trasferimento della querelle in tribunale da parte dei calciatori interessati. Ecco perchè il Presidente della Figc Abete, nelle vesti del mediatore (un po' troppo morbido a nostro giudizio), aveva proposto di mettere a disposizione delle società un fondo straordinario di 20 milioni: il tutto per tutelare la Lega Serie A di fronte ad eventuali contenziosi con i calciatori. Ma questa proposta è stata rifiutata da Beretta così come quella ultima di Tommasi, disposto a firmare un contratto "ponte" fino a giugno 2012, sulla base del precedente.

Un vero e proprio muro contro muro dunque che proprio non ci voleva, in un momento già di per sè particolare per il calcio italiano. Infatti il Belpaese sta già vivendo uno dei momenti più tristi dal punto di vista calcistico, con una carenza evidente di risultati e gioco che ci ha fatto retrocedere alle spalle degli altri campionati europei. Una situazione come questa, che potrebbe essere destinata a prolungarsi, non fa altro che provocare un fisiologico allontanamento degli appassionati, da quello che una volta era uno dei punti di forza della nostra nazione.

Un motivo in più dunque per focalizzare la nostra attenzione sul campionato di Serie B partito ieri con il botto con il pareggio tra Samp e Padova e ovviamente sul Bari, realtà giovane e tutta da scoprire, che domani inizia la sua avventura contro il Varese. Nonostante i mancati accordi e le delusioni che regnano in Serie A, il nostro augurio è che la squadra del capoluogo pugliese vi ritorni presto.

Marco Beltrami

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