Un eroe moderno, pronto a combattere per ciò in cui crede anche a rischio della propria vita. Qualche mese fa avevo descritto così l’ormai ex sindaco di Sperone, Salvatore Alaia, che sta nuovamente mettendo a repentaglio la propria salute, stavolta per la questione dei rifiuti in Irpinia. Adesso, a differenza di quanto avvenuto lo scorso dicembre, Alaia non è più solo. A condividere con lui il peso e la sofferenza della battaglia c’è un altro condottiero, ex sindaco di Marzano di Nola, Franco Addeo.
La lotta silenziosa, combattuta a colpi di sciopero della fame, si protrae ormai da troppo tempi e minaccia di compromettere la salute dei due, che da giorni non toccano cibo.
A constatare le precarie condizioni di Alaia e Addeo è stato il dottor Trifone Greco, attuale sindaco di Marzano di Nola e medico specialista che, preoccupato per lo stato di salute dei due condottieri, ha deciso di intervenire in maniera drastica, nonostante le resistenze, imponendo una terapia con flebo allo scopo di evitare ulteriori complicazioni. Alaia e Addeo, attualmente ipoalimentati a causa del digiuno di protesta, non hanno comunque intenzione di interrompere lo sciopero della fame fino a quando Irpiniambiente non deciderà di venire incontro alle esigenze rappresentate dagli Amministratori del Vallo Lauro.
Il dottor Greco, che li segue costantemente, ha lanciato un appello ai due ex sindaci affinché pongano fine allo sciopero per non rischiare di compromettere il loro già delicato stato di salute. “Dopo quattro giorni di digiuno – dichiara Graco – i due Emeriti Sindaci hanno cominciato a presentare segni di scompenso metabolico, per cui ho ritenuto opportuno iniziare una terapia con liquidi per via parenterale ed allo stesso tempo gli ho ordinato di interrompere il digiuno di protesta”.
Digiuno che, se non arriveranno al più presto risposte da Irpiniambiente, potrebbe protrarsi ancora per giorni. Alaia e Addeo, come gli eroi di un tempo, continueranno a combattere la loro battaglia, non per se stessi ma per il popolo irpino.
Il gesto estremo dei due amministratori, che sia più o meno condiviso, ci spinge a una riflessione, anzi due. E’ possibile che non esistano soluzioni ai problemi che affliggono l’Irpinia? Ma soprattutto, è possibile che in un Paese che si dichiari civile e democratico, per essere ascoltati dalle Istituzioni bisogni giungere a compiere atti estremi come quello di Alaia e Addeo?