LO SPELEOLOGO
di NICOLAS ICARDI
Nell'affollato scenario rock italiano degli anni '90, accanto a blasonate band quali Marlene Kuntz, Afterhours e C.S.I., gli Scisma dovrebbero essere, senza dubbio alcuno, inseriti nell'ambito delle realtà più interessanti di quegli anni. Partendo da una base fondamentalmente rock, gli Scisma si muovono su territori musicali completamente disparati che passano per il jazz, si spostano nel cantautorato e giungono sino alla sperimentazione pura e semplice. Giocando sui contrasti emozionali frutto delle due diversissime voci di Paolo Benvegnù e di Sara Mazo e inserendo spesso uno straniante conflitto tra inglese ed italiano, gli Scisma hanno conquistato, nel corso della loro breve carriera, lo status di "cult band". Il gruppo nasce sulle rive del Lago di Garda nel 1993 e vede tra le sue fila, oltre a Paolo Benvegnù, chitarra e voce, Michela Manfroi alle tastiere, Giorgia Poli al basso, Diego De Marco alle chitarre, Danilo Gallo alla batteria e Antonella Ianniello al sintetizzatore. Con questa formazione gli Scisma incidono, nel 1995, la loro prima demo autoprodotta, intitolata "Pezzetti di carta", registrata dal vivo. In seguito alla dipartita di Antonella Ianniello, nel gennaio del 1994, entra in formazione la cantante e chitarrista Sara Mazo. Con questa formazione gli Scisma pubblicano nel 1995 il loro primo album autoprodotto, intitolato "Bombardano Cortina". Un disco acido e duro, anche se già si intravedono le basi di un sound raffinato e colto che caratterizzerà i futuri lavori del gruppo. Il 1996 è l'anno della svolta: la scena rock italiana mostra decisi segni di ripresa dopo anni di letargo, gruppi come Marlene Kuntz e Afterhours stanno riscuotendo i primi riconoscimenti e lo straordinario successo riscosso dagli Scisma ad "Arezzo Wave" e a "Rock Targato Italia" offre alla band la possibilità di registrare l'album "Rosemary Plexiglas", che esce nel 1997 per la Emi. E' uno degli album più influenti nell’ambiente indie rock italiano nell’ultimo decennio e allo stesso tempo uno dei meno conosciuti. Il disco, prodotto da Manuel Agnelli degli Afterhours, mette in luce l'enorme potenziale degli Scisma: la voce di Sara testimonia sempre di più la sua eterea bellezza, Benvegnù, ormai seconda voce, diffonde con la sua chitarra visioni oniriche bagnate da sfumature sonore che si alternano ai differenti colori dipinti da quella di Diego De Marco, la batteria di Danilo Gallo è potente e compatta, le note che escono dalla tastiera di Michela Manfroi donano sogni e Giorgia Poli si dimostra un'eccellente bassista. "Rosemary Plexiglas" è uno di quegli album d’esordio che quando li ascolti, sai già che rimarranno insuperati nella carriera dell’artista, perché la perfezione è per definizione non migliorabile. Nel 1998 esce un Ep di quattro pezzi intitolato "Vive le Roi", prodotto esclusivamente in vinile ed in tiratura limitata. Al suo interno vi sono due brani che faranno poi parte dell'album successivo, "Armstrong" che pubblicano nel 1999. Definito giustamente un ibrido fra pop deviato e rock filo-indie, l'album dimostra una maturazione evidente nella band, sia nei testi che nei suoni. Il disco è estremamente curato in tutte le sue sfaccettature, dalla grafica che lo accompagna alla produzione, fino agli elegantissimi arrangiamenti. Però il singolo "Tungsteno", graditissimo da MTV all'epoca, forse prometteva qualcosa in più come duplicato di "Rosemary Plexiglas" in versione elettro-indie, questo è da evidenziare - tra le varie cause dell'insuccesso discografico- ma non giustifica il fatto che l'album sia stato accolto in modo pessimo dalla stampa specializzata. Scanzonati a tratti, pieni di vitalità, malinconici e meditativi altrove, i brani di "Armstrong" sono qui presentati nella veste migliore che potevano permettersi. L'incantesimo si dissolve però troppo presto. Il progetto di Paolo Benvegnù ed i suoi compagni d'avventura si conclude nel 2000. La causa della separazione sembra sia da imputare alle ripetute tensioni e alle divergenze tra i componenti della band. Benvegnù diverrà apprezzato produttore (Perturbazione tra gli altri) e continuerà da solista a comporre ottima musica, pur rimanendo uno dei più sottovalutati artisti sulla scena italiana. Molti altri, tra cui Sara Mazo, lasceranno definitivamente il mondo della musica, e la lista di chi li rimpiange è ancora molto lunga.
Dalla discografia degli Scisma vi propongo cinque tracce:
"Rosemary Plexiglas", da "Rosemary Plexiglas" dove le combinazioni fra chitarre in distorsione, accenni di piano e le orchestrazioni d'archi si alternano al canto della Mazo, raggiungono in questa traccia il loro culmine. Tra le più belle canzoni italiane degli anni 90', senza ombra di dubbio. Una sorta di ninna nanna ma che trasmette grandi emozioni con la sua sonorità e la voce della cantante.
“L’equilibrio” da "Rosemary Plexiglas" brano dai toni soffusi basato sul contrasto tra la voce misurata e introversa di Paolo Benvegnù e le esuberanti altitudini vocali di Sara Mazo.
"Tungsteno" da "Armstrong", traccia che con un uso dell'effettistica anomalo per il gruppo, e l'uso inedito - almeno nella scena del rock italiano - della doppia lingua italiano/inglese rende il risultato ancora più sorprendente.
"L'Innocenza", sempre da "Armstrong", uno dei brani più riusciti degli Scisma, qui Sara Mazo da voce ad un'ennesima perla che nelle sue liriche pare descrivere l'idea della musica proposta dal gruppo: "...Io non so perché è tutto così vero che descrivere è impossibile. Bisogna immaginare...."
ROSEMARY PLEXIGLAS - 1997
L'EQUILIBRIO - 1997
TUNGSTENO - 1999
L'EQUILIBRIO - 1999
guarda
a domenica prossima...