Il loro grande sogno è mettere da parte abbastanza per comprare il cavallo Bersagliere.
Attilio, il fratello maggiore di Giuseppe, convince i due ragazzini ad andare a casa di una chiromante per venderle di contrabbando delle coperte dell'esercito americano. Il piano di Attilio, però, non era tutto lì. I ragazzini, a loro insaputa, diventano complici di un furto ai danni della donna.
La chiromante denuncia il furto, riconosce Giuseppe e Pasquale consegnandoli così alla giustizia.
Proprio quando erano riusciti a diventare proprietari di Bersagliere, i due si vedono privati della libertà!
Non solo. Nel carcere minorile vengono separati e sistemati in due celle diverse.
Una serie di malintesi, il processo e un tentativo di evasione, distruggeranno irrimediabilmente la loro amicizia.
I giovani protagonisti sono degli attori straordinari! Uno di loro, il più grande, Franco Interlenghi, diventerà un attore professionista. Tra i tanti film con Interlenghi, vi ricordo "I vitelloni" di Fellini.
Con "Sciuscià" Vittorio De Sica dà una svolta alla sua carriera creando con lo scrittore Cesare Zavattini un nuovo modo di fare cinema. È l'inizio del neorealismo.
Gli anni della guerra sono stati un tale cumulo di orrori e dolori che la voglia di sfogarsi, di denunciare raccontando la verità coinvolge tutti gli artisti dell'epoca.
Questo bisogno degli artisti non era visto di buon occhio dal pubblico, che preferiva un cinema d'evasione, e nemmeno dalla politica. Giulio Andreotti, allora sottosegretario allo spettacolo, propose una legge per frenare il neorealismo. Le storie raccontate, a suo dire, risultavano troppo prive di speranza e imbarazzanti da mostrare al resto del mondo.
Invece, proprio all'estero, furono in grado di apprezzare questo nuovo coraggioso cinema italiano.
"Sciuscià" è il primo film al mondo a ottenere il premio Oscar come Miglior film straniero nel 1948.
Vittorio De Sica e Cesare Zavattini