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Sclerosi Multipla: alcune criticità dello studio Cosmo di Aism sulla CCSVI

Creato il 15 settembre 2013 da Yellowflate @yellowflate

ccsviVenerdì 6 settembre 2013 è stato pubblicato sul sito della rivista scientifica Multiple Sclerosis Journal lo studio CoSMo (1), promosso e finanziato dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) intitolato “Observational case-control study of the prevalence of chronic cerebrospinal venous insufficiency in multiple sclerosis: results from the CoSMo study” (Studio osservazionale caso-controllo della prevalenza dell’insufficienza venosa cronica cerebrospinale nella sclerosi multipla: risultati dello studio CoSMo).

I media italiani hanno dato ampio spazio alle conclusioni degli autori dello (la CCSVI non è associata alla SM) grazie alla sua ampia diffusione.

Dopo i primi commenti che spesso hanno fatto riferimento a quanto si sapeva già da quasi un anno (il poster dello studio fu presentato a Lione durante il congresso Ectrims 2012) è importante evidenziare alcuni punti deboli dello studio a livello scientifico, fermo restando quanto si è già detto in precedenza.

Secondo quanto aveva già dichiarato nel 2010 e nel 2012 il prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara), scopritore della CCSVI nel 2007, la criticità principale dello studio CoSMo è il training (formazione) insufficiente dei medici partecipanti che sono neurologi che in precedenza mai si erano occupati della circolazione venosa extracranica.

L’esame ecocolordoppler per la diagnosi della CCSVI è infatti un esame nuovo e difficile soprattutto in mancanza di un training adeguato e di una pregressa esperienza sulla circolazione venosa (campo di pertinenza di angiologi, chirurghi vascolari e radiologi).

Anche nella valutazione dei revisori centrali di Aism qualcosa non ha funzionato (è comunque difficile valutare un esame ecodoppler fatto altri).

Nonostante non siano state riportate nel dettaglio ci sono state infatti notevoli discrepanze di dati tra i vari centri SM partecipanti, fatto che non fa che confermare l’esistenza di un problema di training dei vari ecografisti coinvolti.

Come se ciò non bastasse alcuni centri SM hanno pubblicato altri studi sulla correlazione tra CCSVI e SM, con dati completamente diversi dallo studio CoSMo.

Ecco una loro rassegna:

Nel grande studio multicentrico (2) pubblicato nell’ottobre 2011 sulla rivista scientifica BMC Neurology ed intitolato “Chronic cerebrospinal venous insufficiency in multiple sclerosis: clinical correlates from a multicentre study” (Insufficienza venosa cronica cerebrospinale nella sclerosi multipla: correlazioni cliniche di uno studio multicentrico), le conclusioni degli autori sono “I metodi per la diagnosi di CCSVI hanno bisogno di essere raffinati, siccome le differenze tra i centri, in particolare nei singoli criteri, sono state troppo elevate. Nonostante queste differenze, la forte associazione tra CCSVI e i fenotipi di SM suggerisce che la presenza di CCSVI può favorire uno sviluppo successivo della sclerosi multipla nei pazienti con una minore suscettibilità alle malattie autoimmuni e può aumentare la sua gravità“.

Allo studio hanno partecipato anche i centri SM di Pavia (prof. Bergamaschi), Napoli Federico II° (prof. Brescia Morra), Roma La Sapienza (dr.ssa Altieri) e Don Gnocchi di Milano (dr.ssa Mendozzi).

Nello studio (3) pubblicato nel maggio 2012 sulla rivista scientifica Current Neurovascular Research ed intitolato “Multigate quality Doppler profiles and morphological/hemodynamic alterations in multiple sclerosis patients” (Profili doppler di qualità multigate e alterazioni morfologiche/emodinamiche in pazienti con sclerosi multipla), gli autori hanno concluso che “l’ecocolordoppler ha un valore importante nei pazienti con SM per il rilevamento di anomalie delle vene giugulari interne e una buona riproducibilità interoperatore della procedura. A loro avviso la SM è associata alla CCSVI anche se sono necessari ulteriori studi“.

Allo studio ha partecipato il centro SM del Policlinico di Bari (prof.ssa Trojano).

Nello studio (4) pubblicato nell’agosto 2012 sulla rivista scientifica PlosOne ed intitolato “Multiple sclerosis and CCSVI: a population-based case control study” (Sclerosi Multipla e CCSVI: uno studio caso-controllo basato sulla popolazione), le conclusioni degli autori sono “E’ stata trovata un’alta frequenza di CCSVI nei pazienti con SM. Era più evidente nei pazienti con SM avanzata, suggerendo che la CCSVI potrebbe essere correlata alla disabilità nella SM“.

Allo studio ha partecipato il centro SM del Policlinico di Catania (prof. Patti).

Nello stuudio (5) pubblicato nel febbraio 2013 sulla rivista scientifica BMC Neurology ed intitolato “Chronic cerebrospinal venous insufficiency in multiple sclerosis: a highly prevalent age-dependent phenomenon” (Insufficienza venosa cronica cerebrospinale nella sclerosi multipla: un fenomeno altamente prevalente che dipende dall’età) gli autori hanno concluso che “la CCSVI definita ecograficamente è comune nei pazienti con SM. Tuttavia la CCSVI appare essere associata primariamente con l’età dei pazienti e scarsamente correlata con il decorso clinico della malattia“.

Allo studio ha partecipato il centro SM del Policlinico Federico II° di Napolii (prof. Brescia Morra).

Come si può notare tutti quesi studi offrono delle conclusioni molto diverse da quelle dello studio CoSMo di Aism e dimostrano unicamente come l’esame ecodoppler sia poco affidabile in mancanza di uno specifico training.

Lo studio CoSMO pertanto non può assolutamente considerarsi come “definitivo“.

(1) http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24014572

(2) http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22029656

(3) http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22475396

(4) http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22870210

(5) http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23406210


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