Nelle scorse settimane in Canada ha avuto ampio eco lo studio comparativo sul Metodo Zamboni condotto dal team neurologico del prof. Albert Lamontagne dell’Università di Sherbrooke (Québec).
Il gruppo di neurologi canadesi aveva studiato 65 pazienti con sclerosi multipla e 65 controlli sani, sottoponendo entrambi all’esame ecocolordoppler per verificare se avessero l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI), scoperta nel 2007 dal prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara) e di cui è stata ipotizzata una possibile correlazione con la sclerosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante per la quale purtroppo non sono ancora note né le cause né una terapia valida per tutti i malati.
>
>
I neurologi di Sherbrooke hanno controllato per vedere se i soggetti esaminati avevano dei blocchi alle vene giugulari ma i risultati sarebbero stati negativi essendoci molti pazienti con SM e molti controlli sani con dei blocchi alle vene.
Secondo la dr.ssa Daniele Robitaille, ematologo dell’Istituto Cardiologico di Montréal, il metodo utilizzato dal prof. Lamontagne ha fallito perchè l’apparecchio ecografico utilizzato non era abbastanza preciso.
Ha invece assicurato che tutti i suoi 141 pazienti, sottoposti all’estero a trattamento endovascolare per la CCSVI, hanno avuto un miglioramento del flusso venoso nelle vene giugulari.
A suo avviso sono comunque necessari ulteriori studi ma è convinta che il trattamento potrebbe cambiare la vita di molti malati di sclerosi multipla.
Fonte: http://youtu.be/kvks2Kw1RwU