E’ stato pubblicato sul sito della rivista medica “Veins & Lympathics” un interessante studio polacco intitolato “Anomalie retiniche nei pazienti con sclerosi multipla con associata insufficienza venosa cronica cerebro spinale“
Secondo alcuni ricercatori, coordinati dalla dr.ssa Aneta Adamczyk-Ludyga, la tomografia a coerenza ottica (OCT) è un metodo non invasivo per la valutazione delle fibre del nervo ottico e delle cellule ganglionari della retina. Lo studio era finalizzato alla valutazione delle anomalie retiniche nei pazienti con sclerosi multipla nel contesto dell’insufficienza venosa cronica cerebro spinale, utilizzando l’OCT della retina e del nervo ottico. Sono stati esaminati 239 pazienti con sclerosi multipla (SM), inclusi 220 pazienti con associata insufficienza venosa cronica cerebro spinale e 19 pazienti con SM senza patologia venosa. Sono stati valutati i seguenti parametri OCT: media dello spessore del complesso delle cellule ganglionari, perdita globale di volume, perdita focale di volume, media dello spessore degli strati retinici (fibre nervose).
>
>
Le anomalie nelle vene giugulari interne ed azygos sono state valutate utilizzando la venografia con catetere. I ricercatori hanno trovato una maggiore prevalenza di parametri OCT anomali nei pazienti con storia pregressa di neurite ottica, non solo dal lato dell’evento infiammatorio, ma anche nell’occhio controlaterale, che è in linea con le conoscenze già esistenti. La nuova ed intrigante scoperta è che è stata trovata una maggiore prevalenza, statisticamente significativa, di valori OCT anomali in pazienti con sclerosi multipla con stenosi unilaterale della vena giugulare interna. I pazienti a cui non erano state trovate anomalie venose, così come quelli che presentavano deflussi venosi patologici bilaterali alle vene giugulari interne e azygos, non hanno dimostrato una cambiata frequenza nei parametri anomali della OCT.
Al termine dello studio, secondo gli autori, la potenziale associazione tra le malformazioni venose e le manifestazioni oculari della sclerosi multipla, come è stato dimostrato in questo rapporto, giustifica ulteriori studi su questo argomento.
Fonte: http://www.pagepressjournals.org/index.php/vl/article/view/vl.2012.e2