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Sclerosi Multipla: dalla Slovenia un’altra conferma per il Metodo Zamboni

Creato il 10 settembre 2013 da Yellowflate @yellowflate

phlebologyNel prossimo numero di ottobre verrà pubblicato sulla rivista scientifica Phlebology della prestigiosa Royal Society of Medicine lo studio intitolato “La disabilità causata dalla sclerosi multipla è associata al numero di stenosi venose extracraniche: possibili miglioramenti da angioplastica venosa. Risultati di uno studio prospettico“.

Secondo alcuni ricercatori dell’Università di Lubiana (Slovenia), coordinati dal prof. Miro Denislic, l’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) è stata recentemente descritta nei pazienti con sclerosi multipla (SM). L’ipotesi di un’eziologia vascolare fornisce un nuovo approccio nella ricerca e nel trattamento della sclerosi multipla.

Il loro studio in aperto includeva 94 pazienti con SM che soddisfacevano i criteri ecografici richiesti per la CCSVI. Sono state dilatate le vene giugulari interne e/o azygos con la venografia con catetere.

Sono state dimostrate anomalie venose unilaterali nel 34,8%, bilaterali nel 65,2% mentre erano assenti ostruzioni luminali solo nel 2,1%. Il gruppo di pazienti con il punteggio più alto disabilità aveva un numero significativamente maggiore di lesioni venose (p <0.005). E’ stato raggiunto un significativo miglioramento della disabilità clinica nei pazienti SM recidivante-remittente (P <0,001). Nel loro studio non sono stati utilizzati stent. Le restenosi si sono verificate nel 21,7% dei pazienti.

Al termine dello studio, secondo gli autori, il numero dei restringimenti venosi è maggiore nei pazienti più disabili. È stato osservato un significativo miglioramento della disabilità clinica nel gruppo recidivante-remittente.

Fonte: http://phl.sagepub.com/content/28/7/353.abstract

COMMENTO:

Forse bisognerebbe trascinare in una sala angiografica gli autori dello studio CoSMo di Aism che nega l’esistenza della CCSVI nei malati di sclerosi multipla.

Scoprirebbero che la CCSVI invece esiste ed è altamente presente nei malati di SM e che l’intervento di angioplastica può portare a dei benefici (non certo la guarigione) soprattutto nei pazienti con SM recidivante-remittente.


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