Sull’ancora controverso tema della correlazione tra l’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI), scoperta dal prof. Zamboni dell’Università di Ferrara nel 2007, e la sclerosi multipla (SM), MEDITERRANEWS ha intervistato in pillole il dottor Pietro Maria Bavera, chirurgo vascolare ed angiologo della Fondazione Don Gnocchi di Milano.
1) Dottore, nella sue esperienza diagnostica della CCSVI, in quale percentuale di malati di sclerosi multipla lei finora ha trovato la CCSVI?
“La percentuale di positività alla CCSVI è al 90% dei casi.”
2) A suo avviso si tratta di un esame molto complesso? Richiede un’esperienza specifica?
“L’esame non è affatto semplice, richiede prevalentemente esperienza e poi un ecoDoppler adatto, con ottima scala dei grigi e scheda grafica sensibile.”
3) Per quanto riguarda coloro che si sono poi si sono autonomamente sottoposti all’intervento di angioplastica (PTA) nei controlli post-intervento quale percentuale di successo ha osservato?
“I risultati purtroppo sono discordanti e molto dipendenti dalla severità (EDSS) della malattia. I risultati migliori, a circa 36 mesi di “follow-up” sono molto positivi nelle forme recidivante-remittente, piuttosto insoddisfacenti nelle forme “Progressive.”
4) Relativamente ai sintomi della sclerosi multipla che cosa ci può dire? Ci sono stati dei miglioramenti dopo l’intervento?
“La risposta si ricollega alla precedente. Sto attualmente completando un personale “follow-up” sugli esami eseguiti in circa tre anni, con la collaborazione spontanea dei pazienti. Sono analizzati i 10 sintomi più frequenti.”
5) Il team del prof. Zamboni in una pubblicazione dell’anno scorso (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23761870 ) ha ipotizzato tra le possibili cause di ostruzione venosa una compressione del muscolo omoioideo. A Catania alcuni suoi colleghi hanno iniziato a fare interventi chirurgici su questo muscolo. Cosa ne pensa in merito?
“La mia personale opinione su questo problema l’ho già espressa tempo fa (http://mediterranews.org/2013/11/sclerosi-multipla-e-ccsvi-a-proposito-di-muscolo-omoiodeo-dr-p-m-bavera/) e si basa come una conseguenza posturale piuttosto che una causa primitiva. In pratica, trovo questo problema soprattutto in coloro che hanno gravi difetti di deambulazione. Non sono d’accordo sull’intervento “per tutti.”
6) Molti neurologi continuano a negare la stessa esistenza della CCSVI scoperta dal prof. Zamboni e considerano inutile se non pericoloso l’intervento di angioplastica, per cercare di disostruire le vene. Cosa vorrebbe dire a questi colleghi così scettici?
“Questa è la cosa più triste di tutto, scientificamente parlando s’intende. La scienza medica dovrebbe mettere da parte le proprie convinzioni inossidabili e parlarsi, confrontarsi e collaborare molto più, nell’interesse dei pazienti. Questo aiuterebbe sicuramente molte più persone che sono affette da malattie neurologiche progressive, quindi non solo SM, e porterebbe anche le aziende a sviluppare maggiormente i materiali adeguati. La ricerca deve essere globale, purtroppo attualmente non è così.”