Alcuni neurologi continuano a dubitare del ruolo dell’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI), scoperta nel 2007 dal prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara), nella sclerosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante che colpisce 63.000 italiani e per la quale purtroppo non si conoscono ancora né le cause né una terapia definitiva e valida per tutti, nonostante le ingenti risorse investite per la ricerca soprattutto nel ricco settore farmaceutico.
Sulla materia abbiamo intervistato il medico anestesista canadese Dr. Bill Code, malato di sclerosi multipla, che ha risposto alle nostre domande:
Dottor Code, sulla base della sua esperienza la CCSVI scoperta dal prof. Zamboni esiste veramente?
“Io credo che la CCSVI esista.”
A suo avviso c’è una correlazione con la sclerosi multipla e le altre malattie neurologiche?
“Sì, un drenaggio venoso alterato e una disfunzione autonomica ci sono in diverse patologie oltre alla Sclerosi Multipla. Vale a dire il Parkinson, Menieres, trauma cranico, Lyme neurologico e probabilmente l’Alzheimer.”
Sullo studio CoSMo dell’Aism che nega invece questa correlazione cosa ci può dire?
“Molti difetti nel disegno dello studio, forse progettato per mostrare quei risultati !”
Ai malati di SM positivi alla CCSVI consiglierebbe di fare l’intervento di angioplastica oppure è meglio aspettare la fine degli studi in corso?
“Io personalmente credo che il tempo sia essenziale. Prima è meglio è, in quanto riduce il danno al cervello. Tuttavia una piccola percentuale di pazienti con SM non hanno i sintomi della CCSVI e probabilmente non avranno benefici.”