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Sclerosi Multipla e CCSVI: novità dal congresso Ectrims di Amsterdam

Creato il 17 ottobre 2011 da Yellowflate @yellowflate

Sclerosi Multipla e CCSVI: novità dal congresso Ectrims di AmsterdamMercoledì 19 ottobre inizieranno ad Amsterdam i lavori del congresso Ectrims 2011, organizzato dai comitati europeo ed americano per la cura e ricerca sulla sclerosi multipla.
Come di consueto verranno presentati i risultati di numerosi studi sponsorizzati sull’efficacia e sulla sicurezza di nuovi e vecchi farmaci che finora non si sono dimostrati molto efficaci per fermare questa malattia gravemente invalidante, che colpisce oltre 60.000 italiani, con esordio tra i 20 e i 40 anni e dunque nel pieno delle loro attività.
Per quanto riguarda la correlazione tra la sclerosi multipla (SM) e l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) scoperta nel 2008 dal prof. Paolo Zamboni, Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara, abbiamo potuto visionare gli abstract disponibili nel sito del congresso trovando che, nonostante un contesto pregiudizialmente ostile alla teoria del prof. Zamboni, almeno la metà degli studi che verranno presentati sono sorprendentemente positivi.
In particolare uno studio autoptico di Diaconu (Cleveland, USA) ha dimostrato che i pazienti con SM presentano numerose valvole malformate, setti e membrane nelle loro giugulari rispetto alle persone decedute senza SM.
Nello studio sono state esaminate le vene giugulari interne bilaterali, la succlavia, la brachiocefalica e l’azygos da sette pazienti deceduti con sclerosi multipla e da sei controlli senza SM.
Secondo gli autori l’esame post-mortem delle vene giugulari ed azygos dei pazienti con SM e nei controlli senza SM hanno dimostrato che la frequenza delle anomalie intraluminali, con possibili conseguenze emodinamiche, è stata maggiore nei pazienti con sclerosi multipla rispetto ai controlli sani.
Dunque si tratta di dati che fanno pensare come la teoria dl prof. Zamboni abbia più di un fondamento.
E’ ora auspicabile una maggiore collaborazione dei neurologi con gli esperti vascolari per andare a fondo di questa affascinante teoria che potrebbe ridare una concreta speranza ai malati e alle loro famiglie.


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