E’ stato pubblicato sul numero di ottobre/dicembre della rivista medica “Functional Neurology” un articolo intitolato “Insufficienza venosa cronica cerebro spinale nella sclerosi multipla: una prospettiva storica” scritto da un prestigioso gruppo multidisciplinare statunitense (Dake, Zivadinov, Haacke).
Lo scopo dell’articolo è quello di fornire uno sfondo per comprendere lo sviluppo della teoria della CCSVI e di inquadrare le questioni rilevanti sulla sua diagnosi e sul rapporto con la patogenesi della sclerosi multipla (SM).
Secondo i ricercatori l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) è un termine usato per descrivere il drenaggio venoso alterato dal sistema nervoso centrale (SNC), causato da anomalie anatomiche e di flusso che colpiscono le vene extracraniche. Recentemente è stato proposto che CCSVI possa contribuire alla patogenesi della sclerosi multipla (SM). E’ stato ipotizzato che le ostruzioni venose risultino nel flusso venoso anomalo che promuove l’infiammazione alla barriera ematoencefalica e che questo inneschi un processo caratterizzato da un disturbo dell’omeostasi nel sistema venoso centrale che porta alla demielinizzazione ed alla neurodegenerazione.
Le anomalie venose della CCSVI vengono spesso diagnosticate con l’ecografia o con la venografia a risonanza magnetica, ma la prevalenza della CCSVI osservata nei gruppi di pazienti con SM e nei pazienti senza SM varia ampiamente nei rapporti finora pubblicati. Ad avviso degli autori è necessario un aumento della standardizzazione degli studi diagnostici per valutare le evidenze anatomiche e fisiologiche associate alla CCSVI.