L’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) durante un convegno regionale organizzato a Sassari domenica 21 aprile ha presentato i risultati del proprio studio epidemiologico Cosmo (http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2013/04/24/news/metodo-zamboni-inutile-per-la-sclerosi-multipla-1.6940444) sulla correlazione tra l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI), scoperta nel 2007 dal prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara), e la sclerosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante che colpisce 63.000 italiani e per la quale purtroppo non sono ancora note né le cause né una terapia definitiva e valida per tutti, nonostante le ingenti risorse investite per la ricerca soprattutto nel ricco settore farmaceutico.
Secondo questo studio, non ancora pubblicato su alcuna rivista scientifica, non c’è alcuna correlazione tra le due patologie nonostante numerosi altri studi, anche italiani, abbiano confermato le osservazioni di Zamboni.
Tra i relatori al convegno il neurologo milanese Giancarl Comi, noto per il suo estremo scetticismo verso gli studi sulla CCSVI del prof. Zamboni, che si trova anche in un potenziale conflitto d’interessi per via dei suoi rapporti con le case farmaceutiche.
La domanda che molti malati di SM si pongono è perché solo i neurologi non trovino la CCSVI e continuino a pubblicare studi contro la teoria di Zamboni, che trovano maggiore spazio sulla stampa.
Provo a fornire alcune possibili risposte:
- Nel 2011 durante un convegno promosso dall’Aism per pubblicizzare lo studio CoSMo appena partito, un neurosonologo ospedaliero dichiarò molto candidamente “Oggi parlo anche di una cosa, il venoso, che non mi è estremamente familiare. Noi facciamo doppler arterioso. Nessuno di noi ha fatto mai venoso”.
- Buona parte dei neurologi autori degli studi contro la CCSVI hanno importanti conflitti d’interessi, per via dei loro rapporti con le case farmaceutiche, che certamente non vedono certo di buon occhio la scoperta di Zamboni, che in futuro forse potrebbe far perdere loro gli attuali ricchi profitti sui farmaci per questa malattia.
I conflitti d’interessi dovrebbere venire obbligatoriamente dichiarati ma ciò non sempre avviene, come nel caso di Erwin Stolz, uno dei tre potenti revisori centrali proprio dello studio Cosmo, che nel poster di presentazione dei risultati durante il congresso dei neurologi Ectrims 2012 a Lione omise di dichiarare i propri conflitti d’interessi, tanto da dover costringere a fare una segnalazione agli organizzatori grazie alla quale il poster venne poi subito rettificato.
Inoltre nello stesso studio Cosmo, l’Aism, finanziatore di questa poderosa ricerca, non ha dichiarato di ricevere fondi anche dalle case farmaceutiche e soprattutto che i partecipanti allo studio venivano “retribuiti” dalla stessa Aism.