Sabato 19 gennaio l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Fism-Aism) ha organizzato a Milano una conferenza (anche in streaming) per presentare i risultati dello studio intitolato profeticamente Cosmo sulla correlazione tra l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) e la sclerosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante che colpisce 65.000 italiani e per la quale, purtroppo, non sono ancora note né le cause né una terapia definitiva e valida per tutti, nonostante le ingenti risorse investite per la ricerca soprattutto nel ricco campo farmaceutico.
Si è trattato di un esito scontato visto l’iter assai travagliato dello studio con continue critiche e polemiche (condite anche da insulti) verso lo scopritore della CCSVI, il prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara) e/o i suoi collaboratori. In Medicina vengono definite come bias e sono in grado di influenzare negativamente gli operatori.
Comunque sia, proviamo a fare alcune considerazioni:
1) C’é un pesantissimo e potenziale conflitto d’interessi dei principali autori dello studio, che in parte è stato dichiarato ed in parte no, come ad esempio il caso del sonologo tedesco Erwin Stolz (uno dei tre revisori), di cui lo stesso Ectrims ad ottobre è stato costretto frettolosamente a rettificare l’omessa dichiarazione dopo una segnalazione, e soprattutto quello del prof. Mario Alberto Battaglia, che anche se non riceve personalmente fondi, li riceve però quale Presidente della FIsm-Aism da tutte le aziende farmaceutiche del settore della sclerosi multipla. Questo è assolutamente lesivo nei confronti della sua dichiarazione di assenza di conflitti di interesse.
2) Entrando nel merito degli interventi, è emerso la diagnosi iniziale di CCSVI nei singoli centri varia ampiamente; in un centro, la condizione sarebbe stata trovata nel 60% dei partecipanti, in due altri la prevalenza era dello 0% (!!!). Nel complesso, il tasso di rilevamento nella fase iniziale sarebbe stato nettamente superiore prima della revisione centrale: 15,9% tra i pazienti con SM, il 12% nei controlli sani, e il 15% nei pazienti con altri disturbi neurologici; i revisori centrali avrebbero annullato raramente le diagnosi negative degli ecografisti locali. Solo nel 3% dei casi in cui l’ecografista locale non avrebbe trovato la CCSVI, i revisori centrali avrebbero poi detto che era presente; l’accordo sarebbe stato più raro per le diagnosi positive, irevisori centrali avrebbero infatti rettificato l’89% delle diagnosi di CCSVI fatte dagli ecografisti locali (!!!), fatto raramente visto in uno studio.
3) La presenza della CCSVI in pazienti con sclerosi multipla è stata invece confermata dagli scienziati dell´area cardiovascolare in una quota variabile tra il 60 e il 100 per cento dei casi (!!!). Viceversa gli studiosi con formazione neurologica, nella maggior parte dei casi, non trovano la CCSVI associata ai pazienti con SM e la ritengono presente in una quantità pari nella popolazione sana. D’altra parte l’anno scorso durante un convegno promosso a Gorizia dalla stessa Aism per pubblicizzare lo studio Cosmo appena partito, un neurosonologo ospedaliero dichiarò molto candidamente “Oggi parlo anche di una cosa, il venoso, che non mi è estremamente familiare. Noi facciamo doppler arterioso. Nessuno di noi ha fatto mai venoso”.
4) Ad avviso di un esperto angiologo la cosa peggiore é in realtà lo studio sarebbe stato fatto solo da tre persone (i revisori). Avrebbero giudicato negativi molti esami positivi ma non ne avrebbero pubblicato lo scarto, di fatto quindi avrebbero fatto un grave errore; una valutazione statistica non comprende mai una correzione dei dati di altri professionisti certificati; tutti gli esami giudicati non corretti avrebbero dovuto essere rifatti da loro, ma questo purtroppo non è successo. Non esistono esperti per la CCSVI oltre a Zamboni, tutti i medici stanno imparando giorno per giorno; non è assolutamente possibile giudicare sulla base dei filmati l’ecografia fatta da altri, bisognerebbe quanto meno rifarla.
5) Secondo il prof. Zamboni, nell’ottobre scorso, ad una consensus conference di radiologi, il prof. Giovanni Simonetti (Università Tor Vergata di Roma) avrebbe proposto di utilizzare una diagnostica integrata con quattro esami: flebografia con catetere, risonanza magnetica delle vene, ecodoppler, pletismografia cervicale. In questo modo si potrebbero avere dati più affidabili…
6) Nell’ottobre scorso è uscito su Phlebology (rivista leader per le malattie delle vene) un nuovo studio che condotto da Zamboni in collaborazione con biofisici inglesi, che dimostra – con un metodo che non è operatore dipendente – che nei pazienti con sclerosi multipla e CCSVI il sangue che esce dal cervello incontra una maggiore resistenza idraulica a causa dei blocchi.
Per concludere secondo l’Aism e i suoi potenti neurologi il caso CCSVI sarebbe chiuso, ma non sarà così, statene assolutamente certi.
In Medicina nulla è mai certo o sicuro, e questo caso ricorda tanto il “Riflesso di Semmelweis”, il famoso medico ungherese che nell’800 fu duramente osteggiato per via della sua rivoluzionaria teoria: oggi la sua tecnica viene applicata da tutti…
Fonti:
http://registration.akm.ch/einsicht.php?XNABSTRACT_ID=158400&XNSPRACHE_ID=2&XNKONGRESS_ID=171&XNMASKEN_ID=900
http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/replicazamboni.aspx
http://www.aism.it/index.aspx?codpage=2012_10_ricerca_ccsvi_ectrims_intervista1&utm_source=facebook&utm_medium=socialmedia&utm_campaign=ricerca