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Sclerosi Multipla: la gravità di SM indirizza i pazienti al trattamento endovascolare

Creato il 02 giugno 2013 da Yellowflate @yellowflate

angioORLANDO – Secondo uno studio qui riportato i pazienti con sclerosi multipla con malattia progressiva di lunga data sono più propensi a cercare un trattamento chirurgico controverso.

Secondo la prof.ssa Ruth Ann Marrie e colleghi dell’Università del Manitoba di Winnipeg, i pazienti della provincia di Alberta (Canada) che hanno riferito di aver ricevuto un’angioplastica cerebrospinale destinata a trattare la SM hanno significativamente più probabilità di avere forme progressive della malattia e di aver vissuto con la SM per almeno 5 anni.
I ricercatori nel corso del meeting comitato americano per il trattamento e la ricerca nella sclerosi multipla (Actrims) hanno riferito di aver scoperto una tendenza molto forte tra il trattamento presente o passato con le terapie farmacologiche tradizionali per la SM e l’intervento di angioplastica.

In un’analisi multivariata che ha tenuto conto di fattori quali la durata della malattia, il tipo di SM, il sesso e l’età (rischio relativo 1,51, 95% CI 0,99-2,28), rispetto ai pazienti che non avevano mai usato farmaci per la SM modificanti la malattia, coloro che li avevano provati in passato avevano una probabilità di più del 51% di ottenere un trattamento di angioplastica.

La prof.ssa Marrie e colleghi hanno scoperto che l’uso corrente di farmaci modificanti la malattia è stato associato in modo simile con il trattamento di angioplastica (RR 1.61, 95% CI 0,99-2,60).

Tuttavia, la presenza di altre malattie come la depressione, le condizioni cardiovascolari e la cefalea non sembra aumentare il desiderio di ottenere la terapia chirurgica – qualcosa di sorprendente, hanno suggerito i ricercatori, in quanto le comorbidità sono generalmente legate ad una soddisfazione sanitaria inferiore e alla qualità di vita.

L’interesse per l’angioplastica cerebrospinale è esploso dopo che un chirurgo vascolare italiano ha pubblicato un rapporto nel 2009, affermando che i pazienti con SM avevano delle ostruzioni nelle vene che drenano il cervello e il midollo spinale superiore, e che gli interventi percutanei per rimuovere i blocchi hanno portato ad un rapido sollievo dei sintomi della SM. Soprannominata insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI), la teoria ha rapidamente diviso la comunità della SM tra scettici e feroci sostenitori.

La CCSVI si è rivelata difficile da replicare dai neurologi, ma molti pazienti con SM insoddisfatti dei loro trattamenti in corso o passati hanno cercato impazientemente gli interventi di angioplastica. Per ragioni non ancora chiare, il Canada è stato un focolaio di particolare interesse per la procedura, anche se i pazienti hanno dovuto viaggiare al di fuori del paese per riceverlo.

La Marrie e colleghi hanno analizzato i dati preliminari di uno studio osservazionale prospettico su 716 pazienti con SM nella provincia di Alberta, Hanno incluso 141 che hanno riferito di aver subito l’angioplastica.

I dati attuali coprono le caratteristiche cliniche e demografiche dei pazienti. Ai pazienti che avevano ottenuto l’angioplastica è stato chiesto di spiegare le loro esperienze e i risultati, ma questi dati non sono stati inclusi nell’analisi corrente. L’arruolamento nello studio è stato interrotto nel mese di aprile 2013.

Per ulteriori riferimenti, i ricercatori hanno attinto a dati clinici e demografici simili raccolti nel 2006 su 1.717 pazienti con SM in un’unica clinica nell’Alberta (cioè, prima del recente boom dell’angioplastica).
La Marrie e colleghi hanno scoperto che le caratteristiche dei due gruppi erano quasi identiche, suggerendo che il campione più recente che includeva i pazienti con angioplastica era rappresentativo della popolazione generale di pazienti con SM dell’Alberta.

Molti dei pazienti hanno avuto almeno una comorbilità. La depressione era più comune, riferita nel 28% del campione complessivo. Il colesterolo alto, l’ipertensione e l’emicrania sono state osservate ciascuna in circa il 15%.

La Marrie e colleghi hanno trovato una debole tendenza verso una minore probabilità di trattamento di angioplastica nei pazienti con comorbidità (RR 0,81 nell’analisi multivariata, 95% CI 0,59-1,11), in contrasto con la loro ipotesi iniziale.

Sono state osservate associazioni più forti con l’angioplastica per il tipo di SM e la durata della malattia:

- SM secondariamente progressiva (rispetto alla forma recidivante-remittente): RR 2.34 (95% CI 1,36-4,03)

- SM primariamente progressiva: RR 1.80 (95% CI 0,90-1,57)

- Durata della malattia da 5 a 9 anni (rispetto a meno di 5 anni): RR 2.89 (95% CI 1,08-7,74)

- Durata della malattia da 10 a 19 anni: RR 3.43 (95% CI 1,34-8,76)
- Durata della malattia con più di 20 anni: RR 3.10 (95% CI 1,17-7,74)

Il grado di disabilità era anche un fattore significativo, con ogni grado nella scala di disabilità associato ad un aumento del 14% della probabilità di angioplastica (RR 1.14, 95% CI 1,04-1,25).

Fonte: http://www.medpagetoday.com/MeetingCoverage/CMSC-ACTRIMS/39493?xid=nl_mpt_AAN_confreporter_2013-05-31



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