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Sclerosi Multipla: lettera alla prof.ssa Alessandra Lugaresi (Chieti) sul metodo Zamboni

Creato il 13 febbraio 2013 da Yellowflate @yellowflate

ilcentroGentile prof.ssa Lugaresi,

ho letto con molto interesse la sua intervista concessa al quotidiano “Il Centro” di mercoledì 13 febbraio nell’articolo intitolato “Sclerosi multipla, cure nuove e vecchie” ed in particolare al seguente passaggio «ciononostante devo rilevare che almeno 50 pazienti da me seguiti si sono sottoposti, talora anche 2 volte, all´intervento di angioplastica, senza risultati positivi nella maggior parte dei casi…»

Nel prendere atto di quanto da Lei dichiarato e della sua “posizione aperta e lucida sul metodo Zamboni», vorrei chiderLe gentilmente però quali valutazioni avete fatto nella vostra struttura ai pazienti che si sono sottoposti all’intervento, e cioé se in particolare avete verificato l’esito angiografico degli interventi (tramite ECD) e se sì con quale distanza temporale.
Sarebbe molto utile sapere se oltre all’EDSS avete anche verificato modificazioni nella scala di gravità della fatica (FSS) e nei disturbi urinari che tanto assillano molti pazienti con sclerosi multipla.

Per esperienza personale a mio avviso è comunque molto difficile valutare retrospettivamente l’efficacia di un trattamento sul quale si sa poco o nulla. Ad esempio con quale criterio hanno scelto i segmenti venosi da dilatare, se li hanno dilatati, se la flebografia postprocedurale dimostrava o meno la riuscita della PTA, se l’ecolordoppler fatto dopo ha mostrato o meno l’assenza della CCSVI e infine se si siano verificati eventi coma le trombosi che vanificano l’effetto della PTA.

Con i migliori saluti e auguri di buon lavoro.

Alessandro Rasman


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