Sembra che PTA stimoli il nervo vago con miglioramento del sonno e di altri sintomi che incidono sulla qualità di vita.
Il dottor Arata e il suo team suggeriscono questa nuova teoria, con precedenti articoli pubblicati su Phlebology e su Acta Phlebologica.
Qual è la sua opinione su questo argomento?
Alessandro Rasman (Trieste, Italia)
Risposta del prof. Paolo Zamboni:
Gentile signor Rasman,
grazie per la sua lettera e per le interessanti domande riguardanti l’affascinante articolo di Arata e Sternberg.
La mia prima considerazione è che il miglioramento del deflusso venoso permette di migliorare il flusso del liquido cerebrospinale (CSF). Questo è molto importante perché sembra collegarsi con la formazione delle lesioni nella sostanza bianca. È stato dimostrato che le anomalie extracraniche del deflusso venoso determinano una significativa riduzione del riassorbimento del fluido spinale cerebrale, e questo, a sua volta, è proporzionale al numero ed al volume delle lesioni in T2 sia nella sclerosi multipla o nella malattia di Alzheimer. Inoltre, la PTA o altre tecniche chirurgiche potrebbero anche migliorare la perfusione del cervello, un aspetto effettivamente sotto indagine. Gli autori forniscono dati molto interessanti circa gli effetti aggiuntivi della PTA venosa legata alla stimolazione del vago in conseguenza della dilatazione del palloncino. La mia seconda considerazione è che questi ulteriori effetti terapeutici possono contribuire a spiegarci la rapida ripresa dai sintomi autonomici riferita dalla stragrande maggioranza dei pazienti dopo l’angioplastica con palloncino, solitamente considerato un effetto placebo. Solo lo studio in doppio cieco Brave Dreams può chiarire completamente quest’ultimo punto.
Fonte: http://www.pagepressjournals.org/index.php/vl/article/view/vl.2014.4526/4004